Le mire di Apple Tv+ nel calcio e nello sport
Per Amazon tutto è iniziato con una serie tv. Anzi, un vero e proprio format: “All or Nothing”.
Il prodotto che ti porta dietro le quinte della tua squadra preferita. Non solo di calcio, ma di qualunque altro sport.
Qualcosa che in precedenza aveva già fatto pure Netflix con serie come “Sunderland ‘til I die” o “Drive to survive” dedicata alla Formula 1.
Ma nel caso dell’azienda di Jeff Bezos questi documentari si sono rivelati funzionali all’acquisizione di un’audience alla quale potessero interessare anche i live streaming degli eventi sportivi, per i quali si è poi aggiudicata i diritti tv.
È una nuova frontiera del business legato allo sport e da quando Dazn è arrivato in Italia l’abbiamo toccata con mano. Una corsa alla quale si è già iscritta anche Apple Tv+, nata nel 2019 e ancora poco diffusa in Italia.
L’esempio di Amazon
Facciamo qualche esempio. A febbraio 2021 Amazon annuncia che pubblicherà su Prime Video la docu-serie “All or Nothing: Juventus”.
Dalla stagione sportiva 2021/22 anche in Italia alcune partite di Champions League sono disponibili sul servizio di streaming di Jeff Bezos, senza nessun costo in più per chi è già abbonato, grazie a un importante investimento.
E qui c’è da considerare che Prime Video ha un netto vantaggio rispetto ai rivali visto che film, serie tv, partite e altre competizioni sono inclusi nell’abbonamento Prime che gli utenti possono sottoscrivere per diversi motivi, primo su tutti la spedizione più rapida della merce che acquistano sulla piattaforma.
Comunque anche nel rugby è successo qualcosa di simile: la serie “All or Nothing: New Zealand All Blacks”, nel 2018, ha preceduto l’acquisto dei diritti di alcune competizioni. Nel tennis a meno di un anno dall’uscita di un cortometraggio su Andy Murray, Amazon è diventata broadcaster ufficiale del Roland Garros. Coincidenze? Crediamo di no.
E quindi arriviamo a Ted Lasso
Se a questo punto vi è venuta in mente la serie Apple original “Ted Lasso” siete sulla buona strada.
È una teoria? Per adesso sì, anche se gli indizi vanno nella direzione della conferma. Le prime due stagioni hanno avuto buon esito, e la terza dovrebbe uscire entro la fine del 2022.
La trama è piuttosto semplice. Per sabotare la società dell’ex marito, una volta che ne assume il comando la presidentessa del Richmond (una squadra immaginaria di Premier League) assume Ted Lasso, allenatore americano di football che non sa niente di calcio.
Un prodotto accolto molto bene, che ha fatto da traino a nuovi abbonati e ha convinto Nike a investire per diventare lo sponsor tecnico del Richmond per le produzioni future.
Al contrario, Cupertino ha trovato un accordo da 500mila sterline con la Premier League per poter utilizzare i loghi, le divise originali e le riprese d’archivio del campionato.
Prime strette di mano, flussi di denaro, segnali che fanno credere che “Ted Lasso” rappresenti il cavallo di Troia di Apple Tv+ per diventare un player di rilievo anche nel mondo del calcio.
Per chi lo ha fatto, il business è stato redditizio. Secondo The Guardian, acquistare 20 partite della Premier League per 105 milioni di euro ha portato a una crescita degli abbonati del 35% nel 2019 (si fermava al 20% quella di Netflix), ovvero 1,86 milioni di abbonamenti per un totale di 7,14 milioni (nel 2019), contro i 12,3 milioni di abbonati Netflix, leader dello streaming in Uk.
La rincorsa insomma è iniziata grazie al pallone.
Apple Tv+ e lo sport
Intanto Apple Tv+ ha acquisito i diritti per trasmettere in alcuni Paesi (a partire dagli Stati Uniti per arrivare in Canada e in Messico poi Australia, Brasile, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito) le due gare del venerdì della Major League Baseball (MLB), la lega americana.
Una trasmissione in esclusiva, con le partite che non andranno sulle tv regionali incentivando nuovi utenti sulla giovane app, che è disponibile anche su Amazon Fire TV Stick e quindi accessibile pure per chi non ha dispositivi Apple.
Le cifre non sono state rese note, però secondo Forbes si parla di quasi 600 milioni di dollari per un accordo di sette anni.
Si insinua in questo panorama l’indiscrezione del portale 9to5Mac, secondo cui Apple starebbe sviluppando un’estensione di Siri, il comando vocale, scoperta dai leaker all’interno della beta di iOS 15.2, chiamata SportsKit.
Permetterebbe appunto ai possessori dei dispositivi con la Mela di avviare e controllare la riproduzione dei contenuti sportivi con la voce. Oggi il baseball, domani il football americano, dov’è in concorrenza con Disney+ (altro player da tenere d’occhio) che al momento ingloba Espn+. E dopo domani il calcio?
Può essere, di sicuro nel mercato dei diritti tv e dello streaming è entrato un nuovo colosso che ha le carte in regola per diventare dominante come gli altri.
Uno scenario che sarà interessante tenere sotto osservazione. Parliamo di una società che a gennaio 2022 ha superato i tremila miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, traguardo che nessuna azienda aveva mai raggiunto, e che vende i propri abbonamenti a 4,99 euro al mese.