Il “tiraggiro” di Insigne entra nell’enciclopedia Treccani
Nel 2021 l’enciclopedia più conosciuta e consultata del mondo è sicuramente Wikipedia. Libero ed online, il portale ha compiuto 20 anni pochi mesi fa, dunque per i più giovani c’è da credere che sia l’unica passata sottomano. Gli ultimi dati, vecchi di un paio d’anni, ci parlano di un milione e mezzo di voci, redatte da quasi 80mila autori e lette da 240mila persone ogni ora.
L’enciclopedia al tempo dei social
Numeri inconcepibili per l’ “altra” enciclopedia, la Treccani. Quella di carta che in questo momento sta prendendo polvere su uno scaffale in salotto, o nascosta in una bancarella di libri usati. Nata a Roma nel 1925 su iniziativa dell’industriale tessile e senatore del Regno Giovanni Treccani degli Alfieri e del filosofo Giovanni Gentile, l’omonima Fondazione pubblica tra il 1929 e il 1937, con cadenza mensile, 35 volumi. Affermandosi come la più autorevole opera enciclopedica al mondo per la vastità dell’orizzonte culturale, la scelta dei collaboratori, l’ampiezza delle voci, l’organicità del progetto e il rigore nella realizzazione.
Sfogliare tomi di queste dimensioni, nell’era di Google e Wikipedia, è impensabile, ma l’istituto ha quantomeno avuto il merito di non perdere l’onda della transizione digitale e si è rapidamente affermato come un punto di riferimento per le ricerche culturali e linguistiche e come dizionario online.
Per provarlo ho chiesto a mio fratello che ha 15 anni se conosce la Treccani.
Mi ha raccontato di finire spesso sul loro sito per due motivi:
1) L’enciclopedia è sempre tra i primi risultati di una ricerca su Google;
2) Capita che Wikipedia non sia chiara o affidabile, o al contrario fornisca spiegazioni troppo lunghe e articolate mentre lui è alla ricerca di sintesi.
E infatti, scrive la Fondazione, “all’epoca della diffusione incontrollata delle notizie e delle conoscenze resa possibile dal world wide web, le opere Treccani, cartacee e digitali, continuano a svolgere quella indispensabile funzione di filtro e di validazione che costituisce il compito più alto di una casa editrice e che rappresenta allo stesso tempo una priorità strategica per la cultura del terzo millennio”.
L’impatto della Nazionale
La Treccani fa inoltre un grande lavoro sui neologismi, le nuove parole che via via entrano nel vocabolario comune degli italiani. Gli aggiornamenti sono continui e guardano molto al web e ai social, il terreno più gravido di nuove espressioni. Ad esempio, nella settimana appena iniziata è stato introdotto il neologismo “Instagrammabilità”, qualcosa (un concetto o un oggetto) che si presta ad essere postato su Instagram e riscuotere successo. “Ferragnez” è un altro vocabolo introdotto qualche anno fa.
Il calcio non è escluso da questo processo, anzi, nel 2018 la Treccani ha accolto il “Sarrismo” tra i propri neologismi. Ovvero, “la concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri (allora al Napoli, ndr), fondata sulla velocità e la propensione offensiva” ma anche “il modo diretto e poco diplomatico di parlare e di comportarsi che sarebbe tipico di Sarri”.
Dopo il successo (anche mediatico e di popolarità) dell’Italia di Mancini agli ultimi Europei, l’enciclopedia ha deciso di aggiungere il “tiraggiro”, il colpo tipico di Lorenzo Insigne, tra i neologismi italiani.
Per Tiraggiro, o “tir a gir”, o “tir a ggir” che dir si voglia (lo si trova scritto in tutti i modi) s’intende la parabola arcuata che dal piede destro dell’attaccante del Napoli, aperto verso l’esterno, finisce quasi sempre all’incrocio dei pali. Un colpo da biliardo che Insigne, partendo dalla sinistra, scaglia dopo esserci accentrato di qualche metro.
“Tiraggiro”, la definizione
Per i tifosi italiani che seguono con costanza la serie A non è una novità, al contrario: la giocata che ti aspetti ogni volta che il giocatore azzurro prende palla a ridosso dalla trequarti o in area di rigore. La rete al Belgio, manifesto del “tiraggiro” classico, l’ha però reso popolare in tutta Italia. È la magia di questa nazionale che ha saputo emozionare e unire il paese, insieme alla potenza di internet: la rete di Insigne, infatti, è di diventata una gif, un meme, ha spopolato in tv e sui social.
C’entra, naturalmente, la bellezza di quel gol, realizzato a ridosso del primo tempo dei quarti di finale contro i Diavoli rossi. La Uefa, infatti, lo ha inserito nella lista delle dieci realizzazioni che è possibile votare come gol della stagione, fino al 29 luglio. Gli osservatori tecnici della stessa Uefa, invece, lo avevano scelto come quarto gol più bello di Euro2020, a ridosso del podio dietro al pallonetto da metà campo di Schick e le sassate di Pogba e Modric.
Un clamore che la Treccani ha scelto di non ignorare, nobilitando l’entrata dell’espressione “tiraggiro” nel vocabolario degli italiani. “Nel calcio – la definizione che dà – si intende il tiro a giro, fatto colpendo il pallone in modo da imprimergli un forte effetto a rientrare”. Aggiungendo pure l’adattamento del napoletano parlato: “tir a ggir”.
Una virgola disegnata nell’aria che per una notte ha cullato i sogni dell’Italia intera, facendoci scordare il dramma del virus: ditelo adesso che è solo un gioco.