Barcellona e Spotify, una partnership obbligata?
L'accordo di partnership tra il FC Barcellona e Spotify sembra essere più un segno dei tempi che l'inizio di una partnership rivoluzionaria.
Il famoso motto 'Més que un club' sembra quasi aver abbandonato la casa blaugrana, dove per quasi 100 anni non è comparso nessun logo sulla maglia oltre a quello del club.
Principi, valori e tradizioni radicate tendono ad essere messi alla prova quando si deve sostenere un debito di 1,35 miliardi di euro. Per questo i poco più di novanta milioni di euro l’anno, per tre anni, che l’azienda svedese verserà al club catalano non hanno nulla di eccezionale se non nelle cifre.
Come riportato da SportsPro Media, analizzando bene ciò che rappresentano il Barça e Spotify verrebbe da chiedersi, cosa rappresenta questo accordo per entrambi?
La trattativa e i dettagli dell’accordo
Di questa trattativa si era parlato già ad inizio febbraio, quando il presidente Laporta aveva iniziato il suo tour di rinnovamento di tutta la struttura del club, cambiando diverse posizioni chiave, anche per l’area marketing e commerciale, e inserendo uomini di sua fiducia per riportare il club dove merita, dopo le débâcle degli ultimi due anni anche a livello dirigenziale.
Il contratto triennale, che avrà inizio a partire dalla prossima stagione, vedrà Spotify come partner principale del club con il suo brand come main sponsor della maglia gara ufficiale per il team maschile e femminile, oltre ad essere presente anche sul kit d’allenamento.
Ma la parte più importante del contratto di sponsorizzazione riguarda il tempio per tutti gli appassionati di calcio oltre che tifosi Culer, il Camp Nou.
Per la prima volta nella storia del club, l’iconico stadio verrà ribattezzato 'Spotify Camp Nou', segno che i tempi cambiano e che anche la storicità e i valori di un club così importante si sono dovuti piegare alle richieste del mercato in favore di una redditività maggiore.
Inoltre, Spotify è stato nominato anche streaming audio partner, con diversi progetti importanti che vogliono unire il mondo del calcio con quello della musica, tra cui la creazione di una nuova piattaforma per aiutare gli artisti a interagire con la comunità globale dei tifosi del Barça.
Le cifre dell'accordo
Dopo i dettagli “tecnici”, come spesso accade, arrivano quelli economici. Diverse fonti spagnole hanno fissato il valore dell'accordo a circa 280 milioni di euro, pari a circa 90 milioni di euro all'anno.
A titolo di confronto, l'accordo originale del Barça con la società giapponese Rakuten, il cui accordo scade alla fine di questa stagione, valeva circa 55 milioni di euro all'anno quando è stato firmato nel 2016, con una scadenza poi prolungata fino alla stagione 2021/22.
L'attuale partner del kit di allenamento del club è Beko. Il club ha concordato un accordo ad un prezzo ridotto per questa stagione perchè il brand di elettrodomestici ha scelto di non continuare come sponsor di manica della squadra dopo il 2020/21.
Secondo 2Playbook, l'estensione di un anno ha visto Beko accettare di pagare circa 10 milioni di euro, quasi la metà dei 19 milioni di euro annuali del precedentemente contratto.
Per quanto riguarda il nuovo nome del Camp Nou, gli accordi sui diritti di denominazione e simili per gli stadi di calcio europei sono rari rispetto a competizioni come la Major League Soccer (MLS), per non parlare di altre leghe sportive nordamericane.
Secondo la società di consulenza statunitense Duff&Phelps, il Manchester City incassa 25,8 milioni di euro all'anno dal loro accordo di sponsorizzazione dello stadio con la compagnia aerea Etihad.
"Il Barça è diventato un club che si accontenta dei prezzi del mercato, piuttosto che fissarli", nota Tim Crow consulenze di sponsorizzazioni sportive, alludendo alla situazione finanziaria del club, "Ho il sospetto che Spotify abbia effettivamente ottenuto un buon accordo se le reali cifre sono quelle trapelate".
Sarà solo per denaro o per un progetto solido?
"Probabilmente la verità sta nel mezzo", continua Crow intervistato da SportsPro Media, "Sono stato abbastanza sorpreso perché avevo sentito voci su altri marchi che erano abbastanza vicini a chiudere l'accordo con il Barcellona. Allo stesso modo, ero consapevole che Spotify era a caccia di qualcosa nel calcio".
Prima del suo accordo con il Barça, Spotify ha fatto notizia nel calcio quando circa un anno fa il suo proprietario Daniel Ek è stato collegato ad una cordata interessata a fare un offerta pubblica di acquisto per l'Arsenal in Premier League.
Ma l'attuale proprietario dei Gunners, Kroenke Sports and Entertainment (KSE), aveva rapidamente respinto l’interesse al mittente.
Comunque l’ingresso di Spotify nel calcio e il fatto che lo abbia fatto con uno dei club più importanti al mondo, suggerisce un approccio "go big or go home".
L'azienda svedese senza dubbio cercherà di sfruttare il nome del Barcellona cambiando contemporaneamente alcune percezioni del suo brand.
Si potrebbe sostenere che la forza nel mercato di provenienza e la grandezza del brand Spotify ha portato forse il Barça a svendersi, nonostante sia in grado di generare molte interazioni per Spotify.
I problemi economici e istituzionali del club hanno portato la sua posizione negoziale ad un livello molto più debole rispetto al decennio precedente.
Questo accordo suggerisce che i termini finali su cui il club si è accordato avrebbero potuto valere ancora di più se una quota maggiore della sua fan base, circa 350 milioni di fan, avesse effettivamente consegnato i propri dati al club, perché non avendo riscontri effettivi Spotify è riuscita a stabilire, e portare in trattativa, che solo l’1% della fan base è iscritta alla piattaforma musicale facendo ridimensionare le richieste del Barça.
Cosa può rappresentare un nome?
I puristi si sarebbero indignati nel sentire che il Camp Nou lo stadio del Barcellona, la loro casa dal 1957, sarebbe stato rinominato "Spotify Camp Nou". E qualcuno al di fuori del mondo Spotify lo chiamerà religiosamente con il nome originale.
I diritti di denominazione, che sembra valgano altri 5 milioni di euro all'anno, non saranno l'unica iniziativa che coinvolgerà Spotify. Il Camp Nou, infatti, potrebbe diventare un luogo di riferimento per la realizzazione di concerti.
Va notato che il Barcellona ha cercato un partner per il Camp Nou, dato che il vecchio stadio si prepara per un'ingente ristrutturazione che dovrebbe costare circa 1,5 miliardi di euro.
Avere Spotify nel proprio angolo aiuterà il club a presentare l’impianto come un'arena polivalente che può ospitare concerti e altri incontri non calcistici. Il club avrà bisogno di accoglierne molti per incrementare sensibilmente i ricavi e considerando che la ricostruzione sta aumentando i debiti presenti a bilancio.
Una crisi d'identità
Il Barça è lontano dallo stile e dalle vittorie del tiki-taka che ha portato un successo senza precedenti nell'ultimo decennio al club.
Il presidente Laporta continua a ricostruire dentro e fuori dal campo, tra continui tagli alle spese e momenti di tensioni nel CDA. In sostanza, una visione tangibile di questo nuovo Barça deve ancora prendere forma.
In questo senso, la ricerca condivisa di identità è forse ciò che fa funzionare questo accordo con la speranza che Spotify si riveli un precursore per un altro periodo di successo.
"Il club e tutto l’ambiente aveva bisogno di buone notizie post-Messi, post-Superlega", spiega Crow, "Spotify è un brand che praticamente ogni club di calcio avrebbe voluto avere come partner, quindi penso che sia un buon affare per entrambi, vista la situazione economica forse più per il Barcellona".
Sarebbe interessante sapere come sarà la potenza del marchio del club dopo Messi, se l'identità catalana e ciò che rappresenta “Mes Que Un Club” resterà e cosa farà Spotify al brand Barça.
Due brand che stanno entrambi cercando un nuovo significato e posizionamento in un mondo in continua evoluzione: sarà questa la grande sfida che giocheranno insieme il Barcellona e Spotify.