Perché l'ultima maglia azzurra di adidas non aveva logo
Italia vs Inghilterra non sarà solo la prima partita dopo Qatar 2022 della nazionale italiana, ma sarà anche la gara del nuovo esordio di adidas come sponsor tecnico degli Azzurri.
Le nuove maglie create da adidas verranno indossate ufficialmente allo Stadio Maradona di Napoli dalla Nazionale maschile, dopo vari esordi che hanno riguardato le nazionali giovanili, quella femminile e del futsal.
Andando indietro nel tempo è possibile constatare che il brand tedesco è stato uno dei primi sponsor tecnici della nazionale italiana.
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L’accordo siglato nel 1974 e durato 6 anni infatti ha portato il brand delle Three Stripes ha vestire la nazionale nei Mondiali ’74 e ’78 e nell’Europeo ’76, diventando il primo fornitore ufficiale straniero della nazionale per il materiale tecnico.
Adidas ha quindi già vestito gli Azzurri ma senza essere visibile.
Il brand tedesco infatti, nel suo primo periodo di partnership con la Federcalcio, non era presente sulla maglia azzurra né con il logo né con le tre linee facilmente riconoscibili.
Questa mancanza di visibilità per lo sponsor tecnico è andata avanti per decenni. Il blocco arrivava direttamente da una regola presente nello statuto della FIGC che vietava di apporre un altro logo oltre a quello della Federazione sul fronte maglia di tutte le rappresentative nazionali, nonostante proprio il Mondiale del ’74 è considerato da molti come il primo mondiale in cui gli sponsor tecnici fecero la loro irruzione nel mondo delle nazionali calcistiche.
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Inoltre, le maglie per le Coppe del Mondo ’74 e ’78 non erano prodotte dall’azienda di Herzogenaurach ma da due aziende italiane, quindi sembrerebbe che la prima partnership riguardasse solo tute, borsoni, le scarpe da gioco e i calzettoni, unico indumento di visibilità per adidas perché nel design erano presenti le Three Stripes.
Il primo sponsor tecnico a comparire sulle maglie azzurre fu Robe di Kappa nel 1999, solo dopo la modifica apportata allo statuto federale da un’assemblea straordinaria nominata esclusivamente per discutere la questione visto che l’accordo con l’azienda di Torino valeva 14 miliardi di lire per 4 anni (7,2 milioni di euro).
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