L’evoluzione dei ricavi della Juventus nell’era Andrea Agnelli

Il nipote d’arte si è dimesso dopo 12 anni di presidenza dei Bianconeri. Dalla scalata delle gerarchie del calcio italiano, alla politica di rebranding del logo, fino all’acquisto di CR7. Scopriamo quanto è cresciuta la Juve dal 2010 ad oggi.

La storia della Serie A si costruisce su grandi dinastie. Quella dei Moratti all’Inter, i Sensi alla Roma, l’epopea berlusconiana al Milan e, ovviamente, gli Agnelli alla Juventus.

Tra i Bianconeri e la famiglia torinese esiste un vero e proprio legame di sangue, maturato negli anni e alimentato non solo da un’innegabile fede juventina, ma anche e soprattutto da un valzer di presidenti che ha coinvolto Edoardo Agnelli (1924-1935), Gianni Agnelli (1947-1954) e infine il nipote d’arte Andrea Agnelli (2010-2022).

Tre decadi di controllo del club per tre generazioni differenti, tali da rendere macroscopico l’impatto sulla realtà calcistica più tifata nel nostro Paese. Aventi come innegabile nucleo e cuore pulsante, sia affettivo che culturale, la figura di Gianni Agnelli, per tutti La Juventus.



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Un imprenditore d’altri tempi con un fascino ed una potenza inarrivabile, capace di portare a Torino leggende come Michel Platini e di accompagnare l’acquisto con una citazione celebre e d’impatto come “Platini l'abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras”.

Ma soprattutto di rendere propria la storia del club creando un tutt’uno fino a diventare un totem ed una figura di riferimento per tutta la piazza, per signorilità e abilità dirigenziali.

Un’eredità che ha sicuramente agevolato l’ascesa di Andrea Agnelli ai vertici della Vecchia Signora, ma che ha sempre reso l’ormai ex presidente, da ieri sera dimissionario, il “nipote di”, impedendogli di fatto di godere dello stesso amore e della stessa ammirazione. Sia da parte dei propri tifosi che delle squadre rivali.

L’era del classe ’75, tuttavia, è stata assolutamente brillante.

Ha avuto infatti la capacità di raccogliere una Juventus, quella della stagione 2010/11, completamente a terra, reduce da un settimo posto in classifica a – 27 dall’Inter capolista, ancora frastornata dallo scandalo di Calciopoli del 2006 e qualitativamente molto inferiore alla squadra che conosciamo oggi.



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Per poi condurla alla vittoria di 19 trofei in 12 anni, ad un totale di 810 punti complessivi conquistati in Serie A con Conte, divenuto un grande allenatore sotto la sua presidenza, Allegri e Sarri, infrangendo anche il record di punti in una stagione (102). Numeri ai quali vanno necessariamente aggiunte, nonostante il finale amaro, due finali di Uefa Champions League.

Con la ciliegina sulla torta rappresentata dall’arrivo di campioni come Carlos Tevez, Paul Pogba, Paulo Dybala ma soprattutto Cristiano Ronaldo, icona della storia recente del calcio e assoluto protagonista di una crescita verticale dei profili social del club e della visibilità della Vecchia Signora nel mondo. Con l'account Instagram passato da 9,8 a 50,9 milioni di follower già nei primi giorni dopo l’acquisto, da 730.000 a 3,51 milioni su YouTube, un incremento nel breve periodo di 7,5 milioni su Facebook e di 1,7 milioni su Twitter.

Aggiungendo a tutto questo anche la volontà di modernizzare la società con una politica di rebranding che ha condotto ad una modifica totale del logo dei Bianconeri nel 2017. Decisione che ha reso la Juventus pioniera in Italia, per poi essere imitata da rivali come Inter e Fiorentina.

La crescita economica della Juve

Ma ciò che conta veramente per decretare la bontà dirigenziale di un presidente è la sua capacità di generare utili, tali da rendere un club performante nel mondo della football industry.

Aspetto sul quale Andrea Agnelli ha assolutamente primeggiato in Italia, registrando numeri molto superiori rispetto alle competitor della Serie A e diventando un modello di business.

I bilanci di questi dodici anni recitano infatti quanto segue (dati in milioni di euro):

  • Fatturato Stagione 2010/11: 172 mln;
  • Fatturato Stagione 2011/12: 214 mln;
  • Fatturato Stagione 2012/13: 284 mln;
  • Fatturato Stagione 2013/14: 316 mln;
  • Fatturato Stagione 2014/15: 348 mln;
  • Fatturato Stagione 2015/16: 388 mln;
  • Fatturato Stagione 2016/17: 563 mln;
  • Fatturato Stagione 2017/18: 505 mln;
  • Fatturato Stagione 2018/19: 621 mln;
  • Fatturato Stagione 2019/20: 573 mln;
  • Fatturato Stagione 2020/21: 481 mln;
  • Fatturato Stagione 2021/22: 223 mln (dato parziale 31/12/2021).

Una crescita economica evidente dall’inizio della carica fino alla stagione della pandemia, quella a porte chiuse del 2019/20. Numeri assolutamente emblematici per dire con certezza come la Juventus sia ridiventata una società assolutamente credibile e competitiva grazie alla presidenza di un vertice che ha smesso da anni di essere solamente il nipote di qualcuno.



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