La presenza del Canada al Mondiale 2022 in Qatar non è casuale
Se la tua prima ed unica partecipazione ai Mondiali risale a Messico 1986, edizione in cui non hai superato la fase a gironi, non parliamo certo di una nazionale con una tradizione importante nel mondo del calcio.
Il successo della Canadian Soccer Association (CSA) arriva, quindi, dopo anni di assenza ma con una strategia per il rilancio di tutto il movimento calcistico chiara e focalizzata sull’obiettivo.
La Federcalcio canadese è scomparsa dai radar internazionali dopo che nel 1992, insieme all’allora North American Soccer League (NASL), chiuse i battenti per bancarotta la Canadian Soccer League (CSL), il massimo campionato di calcio canadese.
Dopo il fallimento della Lega, a differenza dei cugini statunitensi che fondarono la MLS (Major League Soccer), il Canada non è riuscito a creare una sua lega professionistica indipendente e solida che organizzasse il campionato nazionale.
Proprio la MLS è riuscita a risvegliare gli animi calcistici canadesi dove aver incluso nel suo campionato tre franchige: il Toronto FC (nel 2007), i Vancouver Whitecaps FC (2011) e il Club de Foot Montréal (2012).
Questa annessione al soccer americano ha dato spinta al movimento per far tornare il calcio professionistico in Canada, anche in aiuto alla nazionale costretta da trent’anni ad esportare talento per la mancanza di una lega professionistica e di strutture e club adeguati.
La CPL il primo passo verso il Qatar22
Nel 2017 la Federcalcio canadese diede l’approvazione alla creazione di un nuovo campionato professionistico che sarebbe iniziato ufficialmente nel 2019, la Canadian Premier League (CPL).
Il 10 gennaio del 2018 è stato nominato come primo commissioner della lega David Clanachan, tutt’ora in carica.
Nel 2018 sono stati presentati ufficialmente i sette club partecipanti alla prima edizione: York9 FC, Cavalry, HFX Wanderers FC, Valour FC, FC Edmonton, Forge FC e Pacific FC.
Inizialmente sarebbero dovuti essere otto con l'Ottawa Fury, che preferì però in un secondo momento di confermare la sua partecipazione alla USL, una lega minore statunitense.
L'incontro inaugurale del campionato si disputò il 27 aprile 2019 fra Forge e York9.
Nella stagione 2020 si assiste alla prima espansione della lega con l'inserimento di una squadra ad Ottawa, gli Atlético Ottawa
Società di proprietà dell'Atlético Madrid, primo club storico europeo che ha deciso di investire nel calcio canadese, che porta il numero a otto il numero di partecipanti alla Canadian Premier League.
La formula del torneo è strutturata con una prima fase di regular season e una seconda con i play-off che assegnano il titolo di campione. La squadra vincitrice del titolo acquisisce il diritto a partecipare alla CONCACAF League.
La Canadian Premier League è al momento una lega chiusa, ma il commissioner non ha escluso che con l'aumento del numero di club iscritti possano essere create più divisioni, con l'avvio di un sistema di promozioni e retrocessioni in pieno stile europeo.
Una regola che ha portato notevoli vantaggi a livello nazionale per il Canada riguarda la composizione delle rose che possono contenere un massimo di sette giocatori stranieri, con l'obbligo di schierare almeno sei canadesi nella formazione iniziale di ogni gara.
Ogni squadra deve avere almeno tre canadesi Under-21 in rosa, ed entro il termine della stagione la somma dei minuti da loro giocati deve essere pari ad almeno 1.500 minuti.
Pianificazione, progettualità e investimenti
Secondo varie analisi economiche effettuate sul progetto calcio della Premier canadese molti esperti di economia sportiva sono d’accordo sul fatto che il management della Lega abbia fatto la scelta giusta nello strutturarsi e reperire i fondi necessari all’avvio del campionato, senza tornare agli errori del passato che hanno portato alla scomparsa della prima lega per via dei problemi finanziari.
"La cosa interessante di questo campionato è che abbiamo sviluppato un modello da utilizzare, completo di potenziali fonti di guadagno", afferma il dottor Duane Rockerbie professore di economia dell'Università di Lethbridge che ha svolto ricerche sull'economia dello sport e nel 2010 ha iniziato a lavorare al primo di due rapporti per la CSL per fornire un'analisi economica sulla fattibilità di un nuovo campionato di calcio professionistico per il paese.
"Quello che succede così spesso nelle leghe in fase di avvio è che si concentrano sul lato dei costi della gestione del campionato perché è qualcosa che possono controllare e ignorano il flusso di entrate", continua il professore, "Forse l'aspetto più importante era trovare gli investitori giusti. Alcuni proprietari di club possiedono già squadre della Canadian Football League, quindi non sono persone inesperte in questo settore ed è quello che serviva, persone con buone credenziali. Hanno anche un impegno di 10 anni con il campionato, anche se perdono soldi, ci sono da 10 anni".
Tetto salariale e controllo dei costi
Il commissioner Clanachan, analizzando i dati finanziari della Lega, si è detto entusiasta del percorso intrapreso. Ma che c’è ancora molto da lavorare, soprattutto per raggiungere il punto di pareggio.
Anche in merito alle regole riguardanti il tetto salariale di ogni club, fermo a 1,2 milioni di dollari, considerando sia i giocatori che lo staff tecnico, il capo della CPL si è detto soddisfatto evidenziando il fatto che ad oggi ci vogliono più di 4 milioni di dollari all'anno per gestire un team.
Sponsor linfa vitale
Nonostante siamo alla terza edizione del campionato, i responsabili della Lega canadese sono riusciti a coinvolgere diversi partner per chiudere accordi strategici che possano non solo aumentare le entrate ma anche generare interesse in tutto il mondo per il calcio canadese.
I competitors statunitensi sono avvantaggiati perché ormai da anni stanno investendo per portare il calcio a livelli di attenzione simili a quanto accade in Europa. E in Canada si stanno muovendo più o meno nello stesso modo.
Uno degli accordi principali della Lega è quello con l’azienda dello sportswear bolognese Macron, che è sponsor tecnico principale della Lega e di tutte le sue otto franchige, fin dalla sua nascita.
"Siamo rimasti davvero sbalorditi dal progetto generale e dal pensiero alla base. E ad essere onesti, la vera passione nel modo in cui tutti parlavano del campionato e l'idea di creare maglie e abbigliamento appositamente per essere For Canadians by Canadians", ha affermato Ross Cook, Senior Sports Marketing Manager di Macron.
In quanto nuova lega in un settore già fortemente saturo, la CPL aveva bisogno di trovare nuovi concetti per distinguersi e stabilire un'identità entrando nella comunità calcistica mondiale ed ha scelto la maglia per trasmettere questo tipo di messaggio.
Macron da parte sua ha dato libera scelta all’estro creativo dei vari team collaborando nella realizzazione di kit e collezioni uniche, dal design e dalla tecnologia dei materiali.
Oltre a Macron sono numerose le partnership della Lega, da Gatorade al Gruppo Volkswagen fino alla compagnia aerea canadese Westjet, che grazie ai vari accordi pluriennali garantiscono entrate sicure in grado di far programmare investimenti e progetti da mettere in campo.
La rivoluzione Heldman e il movimento in continua crescita
Quando la federazione canadese annunciò il nuovo CT più di qualche addetto ai lavori non nascose il suo scetticismo per un coach che in tutta la sua carriera aveva allenato solo donne.
Sul tavolo di John Herdman c’erano due offerte: l’Inghilterra femminile e il Canada.
L’ultima volta che i Rouges si sono qualificati a un Mondiale John aveva 10 anni e già scriveva schemi sulla lavagnetta appesa al frigio: “Porterò questa nazionale in Qatar”.
E il professor Herdman ci è riuscito davvero. Dopo 36 anni il Canada parteciperà ai mondiali, dopo la qualificazione ufficiale a Qatar 2022. Laureato all’Università di Leeds, ha giocato a calcio solo a livello amatoriale.
Come riportato da Cronache di Spogliatoio, prima di prendere la guida della Nuova Zelanda femminile, la prima esperienza da allenatore, ha allenato nelle giovanili del Sunderland, dividendosi tra il ruolo di coach e quello di professore di educazione fisica.
Nel 2006 la grande chance: la guida della Nuova Zelanda a due edizioni del Mondiale (2007, 2011) e all’Olimpiade di Pechino 2008.
Nel 2011 accetta l’offerta del Canada Women e arriva due volte terzo alle olimpiadi (Londra 2012 e Rio 2016), ma con un occhio già proiettato alla nazionale maschile.
Alphonso Davies, ma non solo
E il Canada sogna grazie a una nuova generazione di calciatori che racchiudono perfettamente le caratteristiche principali per mettersi in luce nel calcio europeo.
Infatti, molte delle stelle canadesi giocano in Europa.
Alphonso Davies è certamente il giocatore che ha avuto più successo.
21 anni, gioca nel Bayern Monaco ed è stato il primo canadese a sollevare la Champions League. Nato nel campo profughi di Buduburam, in Ghana, da giovanissimo si è trasferito a Vancouver con la famiglia, iniziando da lì tutta la trafila che lo ha portato al grande calcio europeo.
Altri nomi da annotare sono quelli di Cyle Laryn e Jonathan David. Il primo è un ’95 del Besiktas, 14 reti in nazionale nel 2021, mentre David è soprannominato il ‘nuovo Osimhen’ visto che il suo club, i francesi del Lille, l’hanno preso spendendo 30 milioni di euro per sostituire il nigeriano dopo il suo passaggio al Napoli (18 gol in 24 gare con il Canada).
Una nuova generazione di calciatori, quella canadese, che unisce l’esperienza di alcuni veterani alla freschezza di giovani che grazie a questa nazione hanno avuto un futuro.
Un piano federale di crescita e sviluppo
Un’altra tappa fondamentale è stata la pubblicazione, nel 2014, del piano strategico federale di crescita e sviluppo, lanciato sull’onda dell’entusiasmo dei grandi successi della Nazionale femminile (poi medaglia d’oro a Tokyo).
Denominato “Leading a Soccer Nation” è strutturato su quattro pilastri pincipali: investimenti, progettualità, governance e passione.
Visto il successo, il manifesto del calcio canadese è stato rinnovato nel 2019 con l’introduzione di alcuni nuovi obiettivi strategici.
Alla redazione dell’aggiornamento nel 2019 hanno partecipato anche i tifosi tramite il web. Migliaia di loro hanno collaborato con la Federazione, inviando consigli e suggerimenti su come far progredire tutto il movimento calcistico canadese.
Anche “Return to Play”, l’ultima iniziativa in vista del quadriennio 2022/2026, ha avuto un grande successo.
Il movimento e l’interesse dei canadesi per il calcio non è più trascurabile dalla federazione e gli altri organismi sportivi nazionali. Una testimonianza è la crescente richiesta in Canada di contenuti TV calcistici e di tutta l’audience relativo al mondo del calcio.
Il presidente della Canada Soccer Association Nick Bontis ha affermato: “Non c’è mai stato un momento migliore per essere un tifoso di calcio in Canada, e per sostenere le nostre squadre nazionali”.
Come riportato dalla rivista 11Undici le statistiche parlano chiaro. Secondo un report diffuso dal Canadian Youth Sports, nel 2018 in Canada c’erano più di 800 mila bambini di età compresa tra i 3 e i 17 anni che giocavano a calcio.
Numeri addirittura superiori a quelli dell’hockey (530mila). E non c’è da stupirsi, anche perché l’accessibilità economica del calcio in Canada rispetto agli altri sport è molto differente, soprattutto per le numerose famiglie di migranti.
I club si sono accorti di questo particolare e stanno investendo sempre di più in strutture, centri d’allenamento e tecnici per formare le nuove leve direttamente in casa, grazie anche alla spinta della Federazione che punta tutto sui giovani per portare risultati internazionali anche a livello giovanile.
Le lacrime di Davies live su Twitch
Sono circa le 23:50 al BMO Field di Toronto, il Canada ha appena battuto 4 a 0 la Giamaica e si è qualificata al Mondiale FIFA dopo 36 anni.
Non appena terminata la partita è scoppiata la festa in campo. Il Canada andrà a Qatar2022 e tornerà a giocare una gara di calcio in un Mondiale dopo quella del 9 giugno 1986 persa per 2-0 contro l’Unione Sovietica.
È storia. Lo sanno bene tutti i calciatori, che si stringono nell'esultanza in campo, e lo sa bene la stella della nazionale canadese, Alphonso Davies, che ha guardato la gara in diretta Twitch in quanto indisponibile a causa di un infortunio.
Il raggiungimento dei Mondiali è solo la prima parte dei grandi obiettivi che il calcio canadese vuole raggiungere.
Con il Qatar si è dato un grande segnale a tutto il movimento, sintomo che la strada intrapresa dalla Federazione è quella giusta e che il lavoro, la progettualità, la programmazione nel calcio spesso restituiscono i dividendi sperati.
Sicuramente non saranno una delle favorite ma sarà dura giocare contro i canadesi nel mondiale “invernale” del Qatar.
Il primo obiettivo è stato raggiunto ed in ottica Mondiali 2026, che si svolgeranno tra USA, Messico e Canada, è sicuramente un grande biglietto da visita per tutto il movimento.
Un movimento chiamato ora a migliorarsi sempre di più per poter portare il livello del calcio canadese ad una spettacolarizzazione e un tasso tecnico capaci di posizionarlo tra i migliori di tutto il continente americano.