Chi è Dennis Wise, il CEO del Como
Nel calcio è spesso diffusa l’erronea convinzione che essere stati calciatori renda competenti per ricoprire qualsiasi ruolo in questo sport.
Dall’allenatore al dirigente, passando per presidenti e proprietari.
Come se aver calcato i campi con gli scarpini ai piedi possa conferire un sapere ed una competenza onnicomprensivi di un gioco che appare semplice, ma che in realtà non lo è affatto.
Condensando al suo interno non solo i dettami tecnico – tattici, il pane dei giocatori, ma anche una necessaria vision imprenditoriale dedita al business e la capacità di cogliere le problematiche umane e sociali, dotandosi di spalle abbastanza larghe da poter gestire atleti lamentosi e tifosi inferociti.
Negli ultimi anni abbiamo infatti assistito a personaggi che, dopo aver illuminato il football con il proprio talento divenendone parte integrante della storia e della memoria, non sono riusciti a ripetersi in altre vesti, pur appartenenti allo stesso mondo.
Per questo motivo è bene sottolineare ed evidenziare le capacità di chi, invece, è riuscito a ritagliarsi ruoli differenti nel calcio grazie alla propria bravura e ad un talento tale da poter continuare a godere del lusso di avere questo sport nel proprio destino e nella propria professione, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.
Questo è il caso di Dennis Wise, ex calciatore inglese, capace di indossare casacche prestigiose e storiche come quelle, tra le altre, di Chelsea, Wimbledon e Millwall, di aver allenato realtà interessanti come il Leeds e di ricoprire, oggi, il ruolo di CEO del Como, società guidata dalla SENT Entertainment, gruppo Djarum.
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La carriera da calciatore
Dennis Wise nasce a Londra nel 1966 avendo sin da subito cucita addosso una fede trainante: quella per il Chelsea.
Nella straordinaria abbondanza della capitale inglese il suo amore ricade infatti sui Blues, squadra completamente legata alla vita dell’attuale CEO dei Lariani.
Riuscendo l’ex atleta a coronare il sogno di qualsiasi bambino innamorato del football vestendo per 11 anni la maglia della propria squadra del cuore (1990 – 2001).
Un decennio che è il fiore all’occhiello della sua carriera calcistica, portandolo a vincere 2 Coppe d’Inghilterra, una Coppa di Lega inglese, una Charity Shield, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA.
I suoi precedenti da calciatore, tuttavia, non hanno lo Stamford Bridge come palcoscenico unico, avendo vestito le casacche anche di Wimbledon, Grebbestads, Leicester City, Millwall, Southampton, Coventry City e Swindon Town.
Una carriera ricca di esperienze all’interno dell’universo calcistico inglese e che ha conosciuto i propri picchi con la maglia dei londinesi, ma anche del The Dons.
Grazie al Wimbledon, infatti, verrà per sempre ricordato come un membro indelebile della Crazy Gang che, calcando la follia agonistica di Vinnie Jones riuscì a vincere una storica FA Cup nel 1987-88 contro il ben più rinomato Liverpool.
Un atleta dal carattere acceso e spesso violento, tale da portare l’icona Sir Alex Ferguson a dichiarare, parlando di lui: “scatenerebbe una rissa in una stanza vuota”.
Una verve che col tempo ha abbandonato, dovendo plasmarsi a nuovi incarichi. A cominciare da quello da allenatore.
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La carriera da allenatore
Wise si ritira dal calcio giocato nel 2006 con addosso la casacca del Coventry City e decide di passare allo step successivo dedicandosi all’attività da allenatore.
La prima esperienza è quella sulla panchina del Millwall, dopo che nel 2003 ne era già stato allenatore e giocatore, rivestendo una doppia carica che già faceva presagire le sue capacità extra agonistiche.
La parentesi come coach dura però molto meno rispetto a quella come atleta. Cinque anni che lo porteranno a tornare allo Swindon Town per poi approdare al Leeds, prendendo in mano una realtà afflitta da problematiche finanziarie che causeranno penalizzazioni e difficoltà rilevanti, ma non abbastanza profonde da impedirgli di dimostrare tutto il proprio talento, vincendo anche il premio di miglior allenatore del mese.
Nonostante un’indiscussa capacità, però, nel 2008 abbandona la panchina per abbracciare ruoli dirigenziali.
Lui, un membro della Crazy Gang, ora con addosso la cravatta e dietro ad una scrivania. Segno del tempo che passa e della volontà di incanalare l’energia non più nelle risse e nella verve palla al piede, ma nel tentativo di inseguire sempre un level up di carriera.
La carriera da dirigente
Nel 2008 diventa direttore sportivo del Newcastle United, esperienza che lo farà appassionare alle dinamiche dirigenziali, dimostrando capacità anche in questo settore.
Un primo passo verso l’incarico più prestigioso: quello di CEO del Como, ottenuto nel 2019. Il tutto alla corte di Robert Budi Hartono, magnate indonesiano, figura apicale della multinazionale Djarum, e che grazie alle proprie straordinarie possibilità finanziarie, sommate a quelle del fratello, è riuscito ad acquistare i lombardi, diventando il proprietario più ricco di tutto il calcio italiano. Sestuplicando il patrimonio di un dogma del movimento come Silvio Berlusconi.
Dennis Wise ha quindi oggi l’enorme responsabilità di dimostrare di valere un incarico così importante, trainando il club verso un’ascesa nel calcio del Bel Paese, sfruttando anche l’esperienza di altre due ex leggende come Cesc Fabregas e Thierry Henry.
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