Quanto vale la sponsorizzazione di Budweiser per Qatar22
Le leggi in vigore in Qatar sono particolarmente rigide su una serie di materie, una di queste è l’alcol.
La FIFA World Cup è una manifestazione che muove un numero incredibile di persone, soprattutto tifosi. In Qatar ne sono previsti oltre 1,5 milioni, l’ente del calcio mondiale e il paese organizzatore sono consapevoli che questa mole di persone porti un notevole incremento delle entrate all’interno di una serie di settori, come il commercio.
Uno dei partner principali della FIFA e quindi della Coppa del Mondo è l’azienda produttrice di birra Budweiser, di proprietà della multinazionale belga AB InBev.
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Per essere uno dei partner principali della competizione calcistica più importante al mondo, nonché official beer dell’evento e quindi avere l’esclusiva sulla vendita della birra all’interno di tutti gli eventi direttamente o indirettamente collegati al Mondiale, Budweiser ha investito circa 72 milioni di euro.
Nell’accordo principale il birrificio era autorizzato a vendere in tutti gli otto stadi della competizione e all’interno del FIFA Fan Festival, il quartier generale dei tifosi allestito all'Al Bidda Park di Doha. Per la prima volta questo tipo di progetto sarà esportato in contemporanea in altre sei città nel mondo ed anche qui Bud ha l’esclusiva sulla vendita delle bevande, in particolare della birra.
Le prime restrizioni del Qatar
Come accennato in precedenza, le norme in vigore nel paese arabo host del Mondiale 2022 impongono una serie di restrizioni che riguardano la vendita dell’alcol.
Inizialmente il comitato organizzatore in accordo con la FIFA, e con i suoi sponsor, aveva deciso di vendere la birra solo all’interno degli stadi e in determinate fasce orarie.
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Lo scorso settembre infatti, le autorità del paese ospitante avevano annunciato la soluzione al problema, i tifosi muniti di biglietto saranno autorizzati ad acquistare birra alcolica tre ore prima del calcio d'inizio e un'ora dopo il fischio finale delle gare della competizione mondiale FIFA, ma non durante lo svolgimento del match.
Inoltre, l’acquisto della bevanda alcolica sarebbe dovuto avvenire solo all’interno di un perimetro stabilito e delineato specificatamente, come richiesto alla Bud nell’allestimento dei vari stand
Il dietrofront
Ad una settimana dal calcio d’inizio dell’evento, la famiglia reale del Qatar ha deciso di fare un passo indietro rispetto alla vendita della birra.
È stato richiesto, in via informale, ad Infantino e il management della FIFA di rimuovere tutti i punti vendita Bud dagli otto impianti che ospiteranno la manifestazione. Richiesta soddisfatta costringendo la FIFA a un potenziale disastro contrattuale con Budweiser che stima il backflip della birra invenduta intorno ai 105 milioni di euro.
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Negli stadi sarà venduta solo un'opzione analcolica e in una dichiarazione la FIFA ha affermato che l'alcol sarebbe stato venduto solo nelle fan zone.
Nel frattempo, l'account ufficiale di Budweiser ha pubblicato un tweet, poi rimosso, con scritto: "Beh, questo è imbarazzante...", rendendo comunque pubblico il malcontento dell’azienda. Il proprietario di Budweiser, AB InBev, ha dichiarato a Sky News di essere stato informato della decisione di trasferire gli stand a soli otto giorni dell'inizio del torneo: “AB InBev è stata informata il 12 novembre e ha lavorato con la FIFA per trasferire i punti vendita in concessione nelle località come indicato. Stiamo lavorando con la FIFA per offrire la migliore esperienza possibile ai fan. Il nostro obiettivo è offrire la migliore esperienza di consumo possibile con le nuove direttive", ha affermato la società.
Da poche ore è apparso questo tweet, senza riferimenti, segno che non è iniziata con il piede giusto l'avventura Mondiale di Bud.
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