La rinascita di Eriksen è passata da Chiasso
Christian Eriksen è un nuovo giocatore del Brentford club di Premier League.
Riparte così la seconda chance per il calciatore danese che nel corso degli scorsi europei ha tenuto tutti con il fiato sospeso dopo il malore accusato in campo nella gara del Campionato Europeo tra la sua Danimarca e la Finlandia. Arresto cardiaco, ospedale, riabilitazione e adesso di nuovo in campo in Inghilterra dove le restrizioni sanitarie, per questo tipo di problematiche, sono diverse e meno rigide di quelle italiane.
Tutti sanno ormai di Eriksen al Brentford, ma non tutti hanno conosciuto il luogo in cui è partita la sua rinascita sul campo, precisamente a Chiasso dove ha sede il Football Club Chiasso.
Tra le fila del club del Canton Ticino il calciatore ha iniziato la sua preparazione per poi firmare con il club inglese. Di quei giorni ne abbiamo parlato con Gabriel Macchiavello, Social Media Manager del Chiasso FC.
Come nasce il collegamento con Eriksen che ha chiesto di usufruire dei vostri impianti per allenarsi?
"L'approdo di Eriksen a Chiasso è avvenuto grazie ai rapporti che il nostro Team Manager Fabio Pinna ha con l'Inter, visto il suo passato in nerazzurro. Abbiamo intercettato la volontà del calciatore di allenarsi in tranquillità, in vista del ritorno in campo e il club ha deciso di mettergli a disposizione tutte le strutture: centro sportivo, palestra, e personale in un ambiente tranquillo e confortevole come il nostro, ovviamente finchè la notizia non si è sparsa attirando l'attenzione di media e tifosi".
L'accostamento ha avuto un buona risonanza mediatica: che impatto a livello quantitativo ha avuto sui vostri canali social?
"L'impatto mediatico è stato devastante, ha decuplicato i numeri classici dei contenuti creati dal nostro club andando ad interessare TV locali, nazionali, estere e soprattutto la stampa. É stato un momento in cui la nostra rassegna stampa includeva news da tutto il mondo, da Mundo Deportivo in Spagna fino a Canberra Times in Australia, testate indiane, thailandesi, cinesi, portoghesi, dove si parlava di Chiasso e del Chiasso".
Quando e come inizia il lavoro tuo e di Luca Luisi (Responsabile Marketing) al Chiasso?
"Io sono appassionato di sport da sempre, prima della chiamata del club lavoravo già nel mondo dello sport in una TV sportiva italiana e per qualche società dilettantistica italiana sempre nell'area comunicazione e non solo. Prima di me e del collega Luca Luisi, che già collaborava con il settore giovanile del club, c'era una società di comunicazione a gestire il tutto. Una volta terminato il contratto di collaborazione con loro, la società ha deciso di puntare su nuove figure da inserire direttamente all'interno dell'organigramma con l'obiettivo di dare una svolta sensibile in questo settore".
Quali erano gli obiettivi e, dopo un anno, quali sono i risultati?
"Gli obiettivi, come detto, erano sempre collegati allo sviluppo dell'immagine digital del club, puntando ad una comunicazione professionale e costante e alla valorizzazione del territorio in cui si opera. Nonostante la retrocessione in Promotion League (Serie C svizzera), abbiamo continuato con il lavoro iniziato in Challenge League (Serie B) con determinazione e dedizione, portando a casa ottimi risultati sia lato follower per la comunicazione che lato marketing per quello che riguarda le partnership: numerosi sponsor, tra conferme e nuovi ingressi, sono al nostro fianco, nonostante la retrocessione e il ridimensionamento della visibilità offerta".
Quanta importanza ha la valorizzazione del territorio per il vostro lavoro?
"Abbiamo sviluppato molte attività sul territorio e per il sociale, vogliamo ramificarci e strutturarci all'interno del tessuto sociale della città e della regione, unendo iniziative digital e tradizionali. Abbiamo avviato una partnership con l'Ente di promozione turistica regionale, perchè il nostro club possa essere un ambasciatore del Mendrisiotto, cosa che ci inorgoglisce e responsabilizza ancora di più".
Lo scorso anno avete annunciato la nascita del team esport. Quali sono i risultati e come viene visto questo mondo in Svizzera?
"Per quanto riguarda il mondo esport diciamo che è stata più una scommessa e siamo ancora in fase di valutazione. Abbiamo un pro player, Ikki Lupo, che rappresenterà il club nelle diverse competizioni, anche se, rispetto all'Italia o ad altri paesi, il mondo esports in Svizzera è in una fase embrionale, ci sono più cantieri aperti tra cui il nostro".
Quali sono gli obiettivi della dirigenza e del team social&marketing per il futuro dentro e fuori dal campo?
"Siamo come detto una realtà piccola ma molto calda quando si tratta di calcio e del FC Chiasso. A livello sportivo, ma anche nella comunicazione, non è mai facile riconquistare il proprio pubblico dopo una retrocessione: ogni iniziativa sul territorio o contenuto particolare, benché riguardi il club fuori dal rettangolo verde, viene strumentalizzato in modo negativo e molto critico. I risultati positivi sul campo danno una spinta considerevole a tutto ciò che ruota intorno alla società: interazione, empatia, condivisione, entusiasmo. Siamo in una fase di ricostruzione e sono fiducioso che, grazie alla voglia di tutti i componenti del club di mettersi in gioco, lavorando con costanza e dedizione, possiamo riportare il club dove merita. Parliamo di un processo lento che ha bisogno di tempo e applicazione. Oggi va tutto più veloce e la soglia di attenzione è sempre più bassa: se una società vuole rimanere al passo con i tempi, nel mondo dello sport oggi, deve lavorare a 360°. Nonostante sia un romantico, è innegabile che il calcio sia cambiato e su tanti aspetti abbia creato disaffezione, ma anche opportunità. L'esempio estemporaneo di Eriksen e tutte le attività avviate o in fase di progettazione (vedi la nuova app insieme a Blocksport) nel digitale e nel sociale, possono fungere da volano per l'intero territorio e vogliamo essere pronti".