Protagonisti della Football Industry: intervista a Roberto Gandolfi, Erreà Sport

Oggi siamo in compagnia di Roberto Gandolfi, Vicepresidente di Erreà Sport, con cui vogliamo approfondire il progetto “C60”, il pallone celebrativo ufficiale della Lega Pro.

Il pallone ha un qualcosa di retrò nella sua immagine, un “color-nostalgia” che porta subito gli appassionati indietro nel tempo. Ma veniamo subito alle curiosità̀ che hanno accompagnato il processo creativo di questo pallone, che è già̀ una chicca per i football nerd più̀ collezionisti.

Ciao Roberto, innanzitutto grazie per il tempo che ci stai dedicando. Vuoi parlarci del processo creativo che ha accompagnato il C60?

Per celebrare un traguardo, così, importante come il 60°anniversario di Lega Pro, volevamo realizzare un prodotto davvero speciale e unico nel suo genere.

Ci siamo ispirati, nella sua creazione, a valori fondamentali come la storia, il forte senso di identità, la tradizione, il coraggio, la passione, la bellezza che devono ancora oggi caratterizzare il mondo del calcio, principi ai quali aspiriamo fortemente anche noi come Azienda e che identificano una realtà come Lega Pro.

C60 non doveva essere solo esteticamente bello ed accattivante ma farsi portatore di qualcosa di più, di un messaggio sportivo e culturale. Essere l’emblema di un calcio che riparte dalla tradizione e dalla storia, “il bel calcio di una volta” emozionante e puro, fatto di giocatori eroici e gesta indimenticabili che possa riportare al centro del campo e dell’attenzione l’amore per questo sport.

Questa sfera da gioco è davvero vintage e segna un'evoluzione rispetto ai palloni che invadono i nostri schermi tutta la settimana. A quali palloni vi siete ispirati per raggiungere la cifra stilistica del C60 e cosa non ti è piaciuto dei palloni che abbiamo visto negli ultimi anni?

La texture grafica suggerisce un chiaro effetto vissuto e vintage con l’intento di raccontare la storia di Lega Pro, simbolicamente l’infinità di passaggi, tiri, parate e goal di questi 60 anni di vita. In particolare, il pallone si ispira nella struttura a 32 pannelli, nella colorazione a base bianca e pentagoni neri al mitico Television Star diffusosi tra gli anni ‘50 e ’60, proprio gli anni in cui nasceva la Lega Pro.

Forse ciò che in questi anni non è piaciuto a me, ma in generale al pubblico, è la somiglianza di tanti modelli. C60 ci è sembrato, tra i tanti visti, un richiamo al “Pallone per eccellenza”, nell’immaginario dei più ricorda quello legato profondamente alla nostra infanzia. In questo senso spicca per particolarità e originalità anche se contiene in se un’evocazione storica molto forte.

Leggendo alcune delle press release sui vari blog di settore, pare che anche il nome del pallone non sia casuale e che ci sia nel naming un rimando alla numerologia, visto che nel 2019 la Lega Pro compie 60 anni e al vecchio nome del campionato, la lettera C, che sono omonimi di uno dei materiali col quale l’attrezzo di gioco è stato realizzato. Ce lo confermi?
Sì, il nome unisce la “C” di Lega Pro e la data dell’anniversario, ma non solo. Esso si basa sulla struttura molecolare della formula chimica C60.

Nella struttura del buckminsterfullerene (C60) gli atomi di carbonio si dispongono ai vertici di un particolare poliedro semi regolare: l’icosaedro troncato. Si tratta di uno dei 13 solidi archimedei, le cui facce sono esagoni e pentagoni. Tale poliedro rappresenta perfettamente la forma dei moderni palloni da calcio, per cui alla molecola fu dato inizialmente il nome di soccerene, da soccer appunto.

Assieme al design e al nome innovativo con lo sguardo al passato, quale altra caratteristica tecnica rende unico il C60 e quanto si avvicina alle esigenze degli atleti?
A livello di caratteristiche tecniche, grazie all’innovativa struttura composta da 32 pannelli termosaldati, al rivestimento in micro particelle poliuretaniche testurizzate R-176 e la speciale camera d’aria, C60, oltre a garantire una sensibilità elevatissima e una risposta esplosiva del piede per i calciatori, offre un’eccellente garanzia di impermeabilità e di mantenimento delle sue proprietà in tutte le condizioni di gioco.

Seguendovi sui social, ho potuto apprezzare i progetti stripe ID che state realizzando per diverse squadre professionistiche. Pensi che vedremo mai un pallone stripe al posto dei petali?

In effetti il progetto Stripe iD sta riscuotendo un enorme successo tra i nostri Club e a livello mediatico.

Siamo sorpresi solo in parte perché fin da subito abbiamo creduto fortemente in questa nuova collezione di capi caratterizzati dall’iconica banda personalizzata su misura dei Team. Oltre a tutto l’abbigliamento sportivo, siamo abituati da sempre a personalizzare palloni e produrre particolari special edition, su questo possiamo dirci competenti ed esperti.

Pertanto, non escludiamo il progetto Stripe iD possa davvero, anche a breve, investire i palloni. Potrebbe essere una nuova e stimolante prospettiva. Lavoriamo costantemente per in–ventarci e proporre idee sempre nuove.

Da quanto tempo state lavorando a questo progetto e quanti prototipi del C60 ci sono stati prima della versione che vedremo in campo dal 25 agosto?
Ci lavoriamo da circa dicembre 2018 e abbiamo realizzato almeno 5 prototipi prima di arrivare alla sua versione definitiva. La scelta compiuta insieme a Lega Pro, è ricaduta su quello che a livello istintivo ci colpiva maggiormente e ci dava più emozione.

Vedremo una versione invernale di questo pallone, o è stato pensato per avere un’identità̀ visiva adatta in ogni condizione atmosferica e periodo dell’anno?
Per il 2019 C60 sarà usato nelle prime partite di campionato di Lega Pro e durante la fase dei playoff. Si tratta di un progetto veramente bello a cui teniamo molto che ci piacerebbe poter sviluppare al meglio in futuro.

Ci Descriveresti con tre aggettivi il C60?
Retrò, ricercatissimo ed evocativo.

Intervista a cura di Alessio Fasano

 


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