World Football Summit 2018: The place to be!
Abbiamo intervistato Jan Alessie, direttore di World Football Summit, evento di riferimento della football industry internazionale in programma il 24 e 25 settembre a Madrid.
Innanzitutto come è nata l’idea del World Football Summit (WFS)?
World Football Summit è nato da Nexus Fostering Partnership, una società di eventi fondata da me nel 2006. Dopo aver organizzato tanti eventi per altri, abbiamo deciso di costruirne uno nostro, annuale e che crescesse anno dopo anno. Abbiamo analizzato il mercato ed abbiamo intravisto un’opportunità nell’industria del calcio, dove non c’era un evento come WFS, nè in Spagna nè a livello internazionale fatta esclusione per Soccerex.
Come espresso anche dal nome stesso del progetto, WFS vuole essere un punto d’incontro per tutta l'industria del calcio, non solo spagnola ma anche internazionale, trasformando Madrid nella capitale del calcio per due giorni.
La prima edizione non è stata facile da organizzare: il primo anno stai vendendo un’idea, non una realtà. Non tutti ci credettero all’inizio.
Che anno era?
Era il 2015, tre anni fa. Una volta avuta l’idea, l’abbiamo sviluppata con grande impegno, determinazione e con grandi difficoltà perché nell'industria del calcio non eravamo nessuno, non esistevamo. Ricordo diversi appuntamenti con La Liga che inizialmente non era interessata a partecipare. Non credevano che una compagnia piccola come la nostra potesse riuscire a portare avanti un progetto ambizioso come World Football Summit.
A 2 settimane dalla prima edizione invece ci hanno contattato per sapere se potevano partecipare come speaker. Noi ovviamente ritenevamo la loro partecipazione fondamentale e “gli abbiamo spalancato le porte”.
Da allora tra noi e loro è nato un rapporto solido. Ci stanno aiutando a crescere anche nel processo di internazionalizzazione del progetto che ci porterà ad organizzare World Football Summit Asia ad aprile 2019 in Kuala Lumpur.
Il comune di Madrid vi sostiene?
Devo dire non molto. Succede spesso così, quando c’è un grande evento è difficile ottenere l’appoggio giusto. Portiamo più di duemila persone, di cui quasi il 40% provengono da paesi fuori dalla Spagna. Abbiamo persone che vengono da 80 paesi diversi. Dovrebbe essere un evento importante per Madrid. Però ancora non abbiamo ricevuto l’appoggio che vorremmo. Questa è una città perfetta per fare un evento di questo tipo. Per ora vorremmo restare e crescere qui però non nascondo che abbiamo ricevuto inviti anche da altre importanti capitali.
Quali sono le principali caratteristiche di questo evento, perché è importante esserci e quali opportunità si possono raggiungere?
WFS è un punto d’incontro. 2 giorni per facilitare la creazione di relazioni e rapporti che probabilmente impiegherebbero 12-24 mesi per nascere. In questo senso, non siamo molto diversi da qualsiasi altro congresso. Diamo la possibilità di fare networking e sviluppare relazioni altrimenti complicate. WFS è una piattaforma per tutti quelli che lavorano giorno dopo giorno nell'industria del calcio e dello sport e per tutti quelli che usano lo sport come piattaforma per farsi conoscere.
Abbiamo rappresentanti di federazioni, dei club, di leghe di diversi paesi, società che lavorano nel calcio. L’evento è molto trasversale: ci sono tante società che hanno l’industria del calcio fra i propri obiettivi: studi legali, consulenze, banche. Noi diamo spazio a ognuno di loro dentro WFS.
Gli spazi sono vari, la parte che si vede di più è quella del congresso. Due giorni in cui riuniamo speaker che trattano diversi temi: dai social ai temi legali, alla gestione, alla trasparenza.
Poi abbiamo una zona expo, non troppo grande, con 22 espositori. Non vogliamo rendere WFS una fiera. L’evento deve rimanere una riunione di professionisti del settore. Alla fine tutta questa gente può generare opportunità coomerciali, occasioni interessanti. Tutti coloro che partecipano all’evento hanno diversi obiettivi.
Il calcio rappresenta un terreno privilegiato per tante aziende e sponsor. Perchè secondo te?
Su questo tema stiamo organizzando alcuni workshop da inserire in WFS18 con un’agenzia che si chiama Rebel Ventures. Loro, come voi, analizzano i risultati di social media, In particolare quelli del Real Madrid nella scorsa Champions League.
Uno di loro mi diceva che senza dubbio il calcio è il più grande generatore di contenuto nel mondo.
Il calcio è una famiglia presente in ogni angolo del mondo e dove si parla di passioni comuni. Oggi, grazie a tutte le reti social e al digital puoi arrivare ovunque e di conseguenza ci sono opportunità di visibilità enormi.
Nella storia dei post di FB, ai primi posti ce ne sono due di Calciatori, uno di Ronaldo e uno di Messi. Cosa significa?
Sì, questo mostra il potenziale di quest’industria che nonostante tutto è ancora abbastanza nuova. Si parla sempre di cifre enormi e la gente si scandalizza, ma a mio avviso i club hanno un grande potenziale di crescita. Il Real ha un fatturato annuo di 600-700 mln di euro. Paragonate alle grandi aziende, le squadre di calcio sono ancora piccole, però hanno un marchio, un Brand Equity enorme, quello sì paragonabile ad aziende che hanno un fatturato molto più alto. È questo il potenziale che l’industria del calcio dovrà saper sfruttare e certamente i social media saranno di enorme aiuto.
Ad eccezione dei Top Clubs, a tuo avviso squadre e calciatori hanno compreso questo potenziale?
Si stanno rendendo conto adesso. Per questo WFS è nato solo adesso. Qualche anno fa non c’era necessità di avere un evento del genere, non c’erano i professionisti che lavorano nel settore. Noi rispetto a quando siamo nati 2 anni fa, vediamo nascere sempre più master di sport management che prima non esistevano. È un’industria che si sta professionalizzando tantissimo. Non tutti lo stanno facendo ma tra qualche anno tutti si adatteranno. Non solo i club ma anche i calciatori e gli sportivi perché loro stessi sono un brand. Hanno bisogno di professionalizzarsi, di fare le cose bene e di lavorare con gente che sa come sviluppare quel potenziale che loro hanno. Per esempio durante WFS stiamo sviluppando una sessione che si chiama “From the football field to the entertainment”. Ciò che accade ai calciatori durante i 90 minuti è importante ma lo è anche quello che accade dopo, a partita terminata!
Secondo te si può dare un valore economico ai profili social?
Sì, secondo me si deve fare, soprattutto adesso con tutti i canali social media esistenti. Trovare quale sia il valore è la cosa più importante. Ora che puoi misurare tutto, sia giocatori che club devono trovare le metriche per vendere i loro prodotti a potenziali sponsor. Prima nel mondo della pubblicità si ripeteva spesso la famosa frase: “la metà dei soldi che spendo in pubblicità è sprecata; il problema è che non so quale metà”. Adesso l’online ti permette di misurare i risultati nel dettaglio seppure ancora bisogna trovare un valore reale per tutte quelle interazioni e per un reale ROI.
Tra i vostri ospiti avete rappresentanti delle più famose leghe europee. Avete notato tra loro differenze di organizzazione, di competenze, anche nell’approccio?
Ci sono differenze nella struttura di ognuna di esse, per esempio La Liga qui in Spagna è una struttura enorme che sta crescendo con ambizioni molto forti. Paragonata ad altri la differenza è notevole. Noi cerchiamo di dare spazi a chi come l’European Leagues lavora e favorisce la sinergia tra le leghe calcio e non solo la competizione.
Quali sono le vostre strategie a medio e lungo termine e perché avete scelto la Malesia come location?
Il nostro obiettivo è da un lato rimanere in Spagna, a Madrid, consolidandosi come l’evento per eccellenza dell’industria del calcio.
Alcuni sponsor però ci hanno chiesto di espanderci anche all’estero. Il 90% della gente che viene è europea. La nostra idea per la crescita internazionale è quella di andare oltre l’Europa.
L’Asia è il mercato più importante per la maggior parte dei club, con un potenziale di crescita enorme. Ci è stato proposto di fare l'evento in Cina però le offerte riguardavano location difficili da raggiungere. Alla fine abbiamo trovato Kuala Lumpur: destinazione in cui è abbastanza semplice arrivare in aereo, grande città e sede dell’Asian Football Confederation (la UEFA asiatica ndr.), vicina a Singapore, capitale economica della regione.
Ci è sembrata una città fantastica per un evento come WFS.
Grazie Jan, ci vedremo sicuramente a Madrid il 24 settembre!
Massimo Tucci