Profili | Morten Thorsby, anima e leadership green

Thorsby ci insegna come l’esempio, l’azione quotidiana, sia la più efficace forma di comunicazione.

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Con una manifestazione davanti al Parlamento svedese per porre l’attenzione sulla necessaria diminuzione delle emissioni di anidride carbonica, come previsto dall'Accordo di Parigi, ad agosto del 2018 Greta Thunberg iniziò la sua protesta personale.

Nel gennaio 2019 Morten Thorsby firmò per la Sampdoria e, l’estate seguente, nel mese di luglio raggiunse Genova con la sua auto elettrica partendo dalla Norvegia. Due giorni di viaggio, 2.000 km percorsi per iniziare la sua nuova avventura calcistica in Italia.  

Greta ha avuto la capacità di stimolare il mondo in maniera incisiva, di portare in piazza milioni di giovani. Morten ha iniziato a svegliare il mondo del calcio, a spingere i club verso pratiche ed iniziative in favore dell’ambiente, con un notevole impatto sul nostro campionato, nel nostro Paese.

Qualcuno ha tentato il paragone, portata e raggio d’azione sono differenti, ma la “missione” è la stessa. 

Molto più a suo agio immerso nel verde piuttosto che in serate di gala e feste dove tutti immaginiamo vivano costantemente i calciatori ricchi e famosi, Morten Thorsby viene definito come un ragazzo semplice, alla mano, cordiale ed educato, che si è mostrato sempre per quello che è, compito arduo in un mondo come quello del calcio. 

Un messaggio al mondo

“Non abbiamo più molto tempo, questa partita la dobbiamo giocare subito”

Se la questione è imminente, il messaggio deve essere altrettanto tempestivo.

Non parliamo di futuro, ma di presente. Il cambiamento climatico è una questione attuale, il problema è oggi e non domani. Molti pensano che sia un tema del quale si dovranno occupare le future generazioni ma, purtroppo, non è così. Serve l’impegno di tutti, sin da subito.

Morten non impone ma sollecita, questo è ciò che traspare in ogni intervista. Il suo personale rapporto con la stampa è riservato più alla sensibilizzazione sul tema ambientale piuttosto che sui risultati del campo. Questo, già, può bastare per definirne ampiamente il suo profilo sportivo ed umano. La stessa stampa ne riconosce valore ed impegno.  

Thorsby non vuole imporre la sua idea, persegue un duplice obiettivo: sensibilizzare ed educare i compagni di squadra, i dirigenti, gli addetti ai lavori. Un’imposizione è sempre un atteggiamento errato. Morten dimostra in prima persona, non cerca di prevalere con forza ma interviene sul campo, è in prima linea. Gesti che gli consentono di connettersi facilmente con le persone, con i tifosi nel suo e nostro caso. 

Il percorso di studio e crescita

“Ho divorato saggi, articoli, libri. È stato un modo per crescere a livello personale e per comprendere, appieno quali fossero i problemi che ci attanagliano”

I calciatori sono cambiati, è lontano ormai “lo stereotipo dell’ignorante”, capace di dare solo due calci ad un pallone, quelli per intenderci pagati “solo per giocare”. O perlomeno, qualcosa sta cambiando. Il mondo avanza, lo sport si evolve e anche il calcio ha i propri esempi pensanti: uomini moderni, altruisti nel pensiero e nell'azione, consapevoli della popolarità e di come questa possa essere usata per attività di social responsability.

Thorsby ne è uno dei riferimenti più evidenti.

Ha studiato e studia ancora oggi. Ha alimentato da sempre ciò che per un norvegese è implicito: il rispetto della natura. Un legame che per uno nato a Oslo è insito nella sua cultura, abitudine ed educazione. A 13 anni, a scuola, inizia ad interessarsi all'ecologia. A 17 ad Heerenveen, la sua prima esperienza calcistica fuori dai suoi confini nazionali, comincia ad approfondire la materia, a porsi il problema della questione ambientale al di fuori di casa sua, oltre il perimetro norvegese. Tra un allenamento ed una partita, passa molto tempo da solo, riflette, inizia a documentarsi ed analizzare le principali problematiche del nostro Pianeta.

Il nostro, non il suo!

Non tutte le persone hanno lo stesso rapporto con la natura, l’educazione ambientale cambia in base al territorio, alla cultura, al verde che ognuno di noi vive nella sua comunità. È una questione di imprinting. Thorsby si accorge di come in Olanda il rapporto con la natura, ad esempio, sia diverso rispetto alla Norvegia. Decide, quindi, di raccontare con azioni quotidiane, il suo pensiero. Inizia concretamente così la sua missione.

In molte interviste, spiega come, in questa battaglia le persone comuni siano più importanti dei politici. Le cose devono partire dal basso, non serve una legge ma una cultura green più forte. Non servono esempi “famosi” ma piccoli gesti quotidiani. È importante che la sensibilità ambientale entri in tutte le case, che sia coinvolta tutta la collettività. 

Un esempio concreto

“Un individuo ha tante possibilità per fare la differenza, spesso non si ha la percezione di quanto una singola vita possa essere importante: cambiare la propria esistenza porta inevitabilmente a cambiare anche quella di chi ti sta intorno”

Centrocampista box-to-box, generoso, altruista. In campo viene apprezzato per la capacità di adattamento in diversi ruoli, un po’ come nella vita: un giorno calciatore, un giorno attivista.

Il primo grande gesto, il primo segnale importante avvenne nel 2015, quando Morten rifiutò il premio come miglior sportivo emergente norvegese dell’anno. Perché? Perché la premiazione era stata organizzata da Statoil, oggi Equinor, compagnia petrolifera numero uno in Norvegia. La questione ambientale era già forte e radicata in Thorsby. Ha sempre sottolineato l’ambigua situazione norvegese, paese dall’anima green con una economia paradossalmente incentrata sull’estrazione del petrolio. Per uno come lui rifiutare fu doveroso, essenziale per comunicare ai suoi connazionali in primis e probabilmente a sé stesso, la sua posizione, il suo credo.

Un gesto che provocò un gran rumore, un primo grande esempio che fece da apripista a tanti altri.

Convinse i compagni dell'Heerenveen ad andare al campo di allenamento in bicicletta. Spinse il Club a dotare il centro sportivo e lo stadio di 15.000 pannelli solari. Dare l’esempio fu la migliore forma di comunicazione, in seguito si sono attivati anche top club come Ajax e Feyenoord in questa direzione.

Morten ogni giorno comunica, ogni giorno si esprime.

Lo stesso sta accadendo oggi alla Sampdoria che sta lavorando all'applicazione di pannelli solari e l’utilizzo di auto elettriche. La presenza di Morten nello spogliatoio ha un effetto diretto su atleti, staff e dirigenti. Se hai un esempio così vicino non puoi che seguirlo.

Thorsby è fonte d’ispirazione, in molti è automatico lo spirito di emulazione. In una intervista lui stesso disse: “Io non posso pretendere di cambiare tutto il mondo, ma quello che mi sta intorno sì”.

Arrivato in Italia s’innamora del nostro Paese come accade a tanti calciatori stranieri, scopre le bellezze naturali in particolar modo della Liguria e al tempo stesso rimane stupito della scarsa educazione ambientale che tutti noi abbiamo. Decide di impegnarsi in prima persona, ancora un esempio concreto, concetto che non ci stancheremo mai di sottolineare.

Lancia We Play Green, un progetto che ha l’obiettivo di sfruttare al meglio tutte le potenzialità del mondo del calcio, dell’attenzione mediatica di cui gode per coinvolgere in primis i calciatori ed i club a ridurre il proprio impatto ambientale, ad essere modelli di riferimento ed esempi per i tifosi, per la gente comune: la raccolta differenziata, la riduzione dell’utilizzo di plastica negli spogliatoi ed all'interno degli stadi, l’uso della bicicletta come principale mezzo di trasporto, piuttosto che la lotta all'abbattimento selvaggio degli alberi, sono le macroaree sulle quali poggia l’iniziativa. Un impegno costante che lo porta ad incontrare anche il Gen. Sergio Costa, ex Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che dirà di lui: “Molti di voi lo conoscono come un bravissimo giocatore della Sampdoria, non tutti sanno che è un convinto e appassionato attivista ambientale”.

Una “incoronazione” ufficiale, che evidenzia come i calciatori di oggi possano avere davvero un ruolo pubblico, sociale. Inoltre, come nel caso di Daniele De Rossi, che si presentò in Argentina parlando già abbastanza bene il castellano, ci piace sottolineare come Thorsby si esprima al meglio in italiano, non solo un segno di rispetto nei confronti della Nazione in cui vive e lavora, ma un modo per rendere comprensibile la sua missione: se si vuole proseguire un progetto, raggiungere un obiettivo, se si vogliono fare grandi cose è necessario saper comunicare, esprimersi e spiegare al meglio il proprio impegno.

Il senso di responsabilità

“Credo che i giocatori e gli atleti in generale abbiano un’immagine pubblica che devono sfruttare. Tu calciatore devi comprendere che nella società vanti un ruolo privilegiato: le persone ti seguono, ti ascoltano e non puoi sprecare questa possibilità”

Un passaggio interessante che forse riesce a racchiudere tutti gli altri fatti in precedenza.

Un pensiero che ancora una volta sottolinea la presa di coscienza ed il senso di responsabilità di alcuni calciatori di oggi, direi in senso più ampio di sportivi, che ci fa ben sperare per il futuro. Thorsby è attivamente impegnato, mette in mostra il buon esempio. Le persone lo osservano, lo seguono sui social, lo supportano. Un atteggiamento del genere, un impegno così importante ispira le persone, ispira il cambiamento, spinge a scendere in campo in prima persona.

Una comunicazione che parte da uno stile di vita, sport e natura. Calciatore e uomo moderno.

Leader più che influencer. 

Lo stato di consapevolezza

“Io sono un uomo fortunato e voglio ripagare questa fortuna. Il mio impegno per l’ambiente è l’affitto che pago per abitare su questo pianeta. Se in tanti la pensiamo alla stessa maniera, possiamo sperare”

Quella di Morten Thorsby è una grande ed urgente missione per il futuro del nostro Pianeta, per il bene delle nuove generazioni. Per rallentare il cambiamento climatico serve un cambiamento culturale e l’impegno di tutti quanti. Dare l’esempio è la più grande forma di comunicazione che esista.

Morten docet

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Sampdoria

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