Il Tottenham è la squadra più green della Premier
Il ritorno di Gareth Bale non ha coinciso, per il momento, con una stagione di gloria sportiva per il Tottenham di Josè Mourinho. Gli scarsi risultati in Premier, fino ad ora, rispetto a chi lo precede e la clamorosa rimonta, con annessa eliminazione, subita per mano della Dinamo Zagabria in Europa League hanno già messo Kane e compagni all'angolo.
Riuscire ad agguantare la qualificazione alla prossima Champions League, magari arricchendola con la vittoria della Coppa di Lega (finale contro il Man City di Guardiola in programma il prossimo 25 aprile), o l’annata calcistica potrà definitivamente definirsi deludente a fronte dei numerosi investimenti fatti dal proprietario Lewis (patrimonio attivo di 5 mld di dollari - fonte: classifica Forbes) e dal presidente Levy in questi anni.
Se sul campo, tuttavia, le soddisfazioni stentano ancora ad arrivare, per quanto riguarda i successi collaterali gli Spurs hanno già ottenuto un risultato molto significativo nella stagione 2020-2021. Il club londinese è stato infatti premiato, sulla base di una classifica elaborata dalla Bbc e dallo Sport Positive Summit delle Nazioni Unite, come club più "green" della Premier League. Uno spirito e una visione che avevano già portato il club a intraprendere questo percorso con la realizzazione del New White Hart Lane, inaugurato nel 2019 sulle ceneri del vecchio impianto e situato sempre nel quartiere di Tottenham.
Nella volata verso il prestigioso riconoscimento, gli Yidster (altro soprannome che indica la matrice ebraica della popolare zone londinese) hanno preceduto sul podio gli storici rivali londinesi dell’Arsenal e il Manchester United.
La graduatoria è concentrata su otto parametri: energia pulita, efficienza energetica, trasporto sostenibile, riduzione o rimozione della plastica monouso, gestione dei rifiuti, efficienza dei consumi idrici, opzioni di alimenti a base vegetale o low-carbon, comunicazione e engagement.
Nell'ambito del suo impegno sul tema sostenibilità, il Tottenham si è speso in prima linea su tematiche che sembrano lontane dal calcio.
E sono molteplici gli esempi che si possono fare per evidenziare l'impegno costante degli Spurs:
- lo sfruttamento al 100% di energia rinnovabile a zero emissioni con tecnologie specifiche per alimentare il centro d’allenamento;
- l'installazione di un sistema capace di efficientare l'uso dell'energia necessaria per l'illuminazione del New White Hart Lane risparmiando sui consumi nei periodi di bassa attività;
- il trasporto sostenibile grazie all'uso di auto elettriche per dipendenti e tesserati.
Questi sono solo alcuni degli esempi che mostrano il cammino intrapreso, senza dimenticare le iniziative volte alla riduzione e, in alcuni casi, rimozione della plastica monouso grazie anche alla distribuzione dell’acqua in apposite confezioni cartonate.
Senza dimenticare la gestione dei rifiuti realizzata attraverso un sistema all'avanguardia per la raccolta differenziata dopo ogni gara interna o l'innovativo utilizzo, grazie ad un sistema di drenaggio, dell'acqua piovana usata per l'irrigazione del centro sportivo (sistema quest'ultimo già adottato da altre società).
A tutto questo va aggiunta l’adesione del Tottenham sia al “Count Us In – Protect What You Love” (di cui è partner fondatore) che al progetto “Sports for Climate Action Framework delle Nazioni Unite” per la lotta al cambiamento climatico, in linea con quanto definito dall’Accordo di Parigi patrocinato anche da Fifa, Uefa e Cio.
L’esperienza inglese del Tottenham certifica l’alto coinvolgimento della Premier League anche nel contesto verde legato allo sport, un tema che diventa sempre più centrale nelle agende dei grandi brand e delle nuove generazioni, notevolmente ed inevitabilmente più sensibili a tematiche di questo genere.
In Italia poco più del 50% dei club di Serie A è impegnato in iniziative green. Meritano una menzione certamente quelle società che stanno portando avanti iniziative plastic-free come la Juventus (sottoscrittrice dell'UNFCCC Sport For Climate Action Framework), il Genoa, il Cagliari e la Sampdoria (grazie anche alla presenza del centrocampista Thorsby e al suo impegno con We Play Green di cui vi abbiamo parlato nella nostra rubrica Profili dedicata proprio al norvegese).
Da sottolineare, soprattutto, l'impegno in questo senso dell'Udinese. Il club friulano, grazie alla collaborazione con il noto brand Yatay, ha realizzato un paio di scarpini interamente ecosostenibili, delle sneaker verdi da passeggio e soprattutto una maglia da gioco ecosostenibile di color giallo ocra (presentata in estate da Rolando Mandragora, oggi al Torino, e Jens Stryger Larsen) con cui la formazione di mister Gotti è scesa in campo a settembre nella prima giornata di campionato contro il Verona al Bentegodi.
In un futuro non troppo lontano, tutti i club delle serie maggiori dovranno includere nel propri codice etico e nei propri modelli di business attività di sensibilizzazione, responsabilità e sostenibilità ambientale, per garantire un futuro migliore alle future generazioni di tifosi.