Tutti i prodotti (non di calcio) del brand Juventus
Il 7 dicembre 2018, con un piccolo velo di mistero iniziale, la Juventus ha compiuto l’ennesimo passo di avvicinamento al mercato USA. Meta ormai dichiarata per il percorso di internazionalizzazione del brand.
Probabilmente la punta dell’iceberg di una strategia di marketing avviata da anni.
Uno dei suoi brand ambassador, David Trezeguet, ha presenziato alla “Juventus Night” durante il match di NBA tra Brooklin Nets e Toronto Raptors al Barclays Center di New York.
Prima della partita casalinga dei Brooklin, franchigia dai colori sociali identici alla Juve, è stato organizzato un Watch Party per assistere alla sfida giocata dall’altra parte dell’oceano tra il club di Agnelli e l’Inter.
Tutto ciò a disposizione dei tifosi dei Nets, in una cornice in cui capeggiavano alcuni dei trofei vinti dai bianconeri italiani, esposti all’interno del palazzetto per un’occasione unica.
La Juventus Night ha concluso una piccola parte del percorso iniziato con le tournée estive dei bianconeri proprio nel territorio americano (iniziativa alla quale i social del club hanno dato grossa risonanza a livello di contenuti).
Nel mezzo, la Juventus ha deciso di lanciare le sue nuove canotte da basket.
Anche quest’ultima iniziativa aveva lasciato dei sospetti in molti. Addirittura, su alcuni media si era ipotizzato ad un acquisto da parte di Agnelli dell’Auxilium Torino, squadra di basket torinese che attualmente milita in Serie A.
Dopo la Juventus Night invece, è stato possibile unire tutti i puntini per formare un’immagine più chiara del processo di marketing juventino oltreoceano.
Da questa premessa corposa ma necessaria, nasce la nostra idea di fare un focus su come la Juventus sta contaminando altre sfere del quotidiano, attraverso i suoi prodotti non appartenenti al genere calcistico.
Se il core business di un club di calcio resta sempre portare a casa i 3 punti, è anche vero che la diversificazione delle forme di entrate economiche, compiute all’interno di un processo di brandizzazione più ampio, resta la strada da percorrere per entrare nell’Olimpo dei top club mondiali.
Alcuni prodotti che analizzeremo tra poche righe, sicuramente li conoscerai già, perché hanno goduto di una forte esposizione mediatica.
Infatti, quello che faremo è interpretare le logiche di marketing che ruotano attorno ai diversi tipi di prodotti di merchandising.
LE MAGLIE DELLA JUVENTUS
L’idea della maglia da basket si lega ad un concetto puramente commerciale.
Almeno per un buon 50%, si snoda da questo concetto l’idea di essere il primo club italiano a realizzare la propria maglia da gioco in Parley ocean plastic: un tessuto creato da plastiche raccolte negli oceani.
Il progetto realizzato per la terza maglia del kit gara del 2018 – 2019, nasce da una partnership con Adidas e Parley for the Oceans (organizzazione che lavora per la difesa degli oceani e ha come mission quella di elaborare strategie globali per evitare disastri come l’inquinamento marino).
Quello di sposare una causa sociale molto importante (la plastica negli oceani è un problema che pagheremo molto caro sulla nostra pelle in futuro), è un tema caldo per i grandi brand.
Al di là degli scopi positivi di queste iniziative, il consumatore sarà sempre più indirizzato a comprare prodotti di brand che sposano determinate cause sociali.
Se vuoi farti un regalo, ti invito a leggere le svariate ricerche realizzate nel 2018, sulla correlazione tra preferenze di un brand e cause sociali, da parte della Generazione Z.
Non a caso il brand è un insieme di valori, percezioni e azioni che associamo ad un determinato marchio come può essere in questo caso Juventus o Adidas (che non è nuova alla produzione di prodotti da materiali riciclati).
La maglia da gioco, grande feticcio di ogni appassionato di calcio, può essere oggetto di business in cooperazione anche con altri partner.
Questa volta è il caso di Juve e Fifa EA.
Il produttore del famosissimo gioco di calcio, ha realizzato insieme al club, una quarta maglia virtuale da usare nel videogame. Anche qui c’è lo zampino di Adidas, ma il bello è che se un paio di anni fa questo tipo di divise erano relegate al mondo online, attualmente i pochi club che compiono questa operazione di marketing con Fifa e Adidas, hanno deciso di rendere tangibili queste maglie, rendendole disponibili in edizione limitata.
Teniamoci pronti a decollare in questo senso, perché l’influenza virtuale di Fifa nel calcio, a distanza di poco tempo si trasformerà sempre di più in influenza nel mondo reale.
PRODOTTI DI USO COMUNE DELLA JUVENTUS
Su questo paragrafo non ci soffermeremo molto, perché parliamo di prodotti di svariate tipologie e utilizzo.
Il concetto che ci interessa è la presenza e l’esposizione. Concetto che un grande brand ricerca producendo un merchandising di questo genere.
Il brand vuole entrare nella vita di tutti i giorni.
Sullo store ufficiale della Juventus infatti, possiamo trovare tra le categorie prodotti da spiaggia, di cancelleria, per la casa o per personalizzare i nostri smartphone.
Ed è qui che si apre un altro bel capitolo sui prodotti non di calcio del brand Juventus.
SMARTPHONE DELLA JUVENTUS
Creare altri canali di guadagno per un club di calcio può essere una scelta prettamente economica ma anche un modo innovativo per curare la sinergia con i diversi partner (e fare business insieme).
È il caso di Juventus e Samsung, da anni insieme, con quest’ultimo official partner in un legame molto affiatato sia per Andrea Agnelli che Antonio Barlocco (Italian Manager della società coreana che nel 2017 fatturava 223 miliardi di dollari).
Negli anni la Juventus ha sfruttato la partership per la produzione di contenuti innovativi.
Dai video in 360° realizzati con i prodotti Samsung (come la videocamera Gear) fino allo sviluppo dell’esperienza di realtà virtuale. Le due realtà (sembrerebbe) siano state vicine a chiudere una partnership anche per i Name Right dello stadio. Una collaborazione si ipotizzava, da 120 MLN.
Da poco invece, è possibile acquistare uno smartphone, il Samsung A7 Special Edition, completamente brandizzato Juventus.
Il telefono dispone di feature personalizzate per i tifosi juventini all’accensione e allo spegnimento, oltre a una serie di applicazioni preinstallate, tra cui Juventus Virtual Reality e Juventus TV con un anno di abbonamento.
PRODOTTI SPORTIVI O DI INTRATTENIMENTO
Prodotti che si inseriscono anch’essi nel processo di esposizione di un brand nelle sfere della vita quotidiana.
O addirittura nel caso dell’abbigliamento, un’idea di prodotto che incrocia diversi obiettivi, come i maglioni lanciati per il periodo natalizio in collaborazione con Save The Children.
Per capirci meglio, dopo questa lettura puoi approfondire qui.
Se non parliamo di contenuti del tutto made in home, parliamo quindi di co-branded products: un tipo di merchandising creato insieme ad altri noti brand come nel caso del Monopoly della Juventus o il Subbuteo brandizzato.
Per il club di una città come Torino, a ridosso delle Alpi, e spesso location che ospita le Olimpiadi Invernali, non potevano mancare gli scii o snowboard (e skate).
Notiamo come tutto sia pensato con una logica ben definita e coerenza verso i propri target di riferimento.
Educare le nuove generazioni, soprattutto se di età minore, può essere anche questa una scelta di branding forte. Troveremo quindi prodotti dedicati alle fasce di età infantile come materiale per “juventinizzare” le feste di compleanno, o vestire i piccoli bianconeri.
Con un sorriso ho scoperto la linea di abbigliamento per bambini di Spongebob: maglie e felpe con il claim “Mai gettare la spugna”, molto in linea col #FinoAllaFine, marchio di fabbrica e di social del club di Torino.
Chiudiamo questo paragrafo con un lancio di pochi giorni fa.
La nuova Icon Collection bianconera: abbigliamento concepito (e pubblicizzato) per un target giovanile che ama il design Urban & Casual.
Un occhio al settore fashion e design per presidiare sempre più i mondi al di fuori del calcio.
Da questo focus possiamo intuire come la Juventus ripone un’attenzione manicale e innovativa nella sua fase di brandizzazione. Una cura dei dettagli accompagnata da scelte “futuristiche” come il nuovo logo o il concept di disegno del bus della squadra, realizzato dall’azienda Garage Italia (presieduta da Lapo Elkann).
Luigi Di Maso