Quanto costa la mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018?
Passano i giorni ma la delusione per la mancata qualificazione della Nazionale Italiana ai mondiali di Russia 2018 resta ancora forte. Delusione sportiva, ma anche economica. Il calcio, oltre ad essere una grande passione nazionale, è anche un business a diversi zeri.
Secondo le stime dell’UPA (Utenti pubblicità associati) la mancata qualificazione a Russia 2018 vale tra l’1 e il 2% degli investimenti in advertising del 2018 (almeno 70 milioni che possono salire fino a 100-110 nel caso di una performance sportiva particolarmente brillante).
Ad essere preoccupata, quindi, non è solo la FIGC che rischia la perdita di sponsor e un generale calo della percezione del brand, ma anche gli editori che rischiamo la fuga di inserzionisti.
I principali gruppi editoriali già corrono ai ripari. Urbano Cairo, presidente di Rcs, ha dichiarato: “Ci inventeremo qualcosa per la Gazzetta dello Sport che compensi le mancate vendite nel periodo del Mondiale”.
Più rassicurante la posizione dell’amministratore delegato di Infront Italy (l’advisor per la FIGC), Luigi De Siervo: “C’è un’occasione da sfruttare, un nuovo ciclo da costruire. Per questo auspico una grande tournée della Nazionale italiana prima del Mondiale del prossimo anno, che potrebbe avere nella Cina il suo baricentro. Reagire, questo ci chiede il mercato, non piangerci addosso”. Idea che potrebbe essere interessante soprattutto in ottica di internazionalizzazione del brand “Italia” ma meno dal punto di vista dei tifosi o sportivo.
Anche Facebook si preoccupa dell’eliminazione dell’Italia dai Mondiali di Russia 2018. Sul newsfeed di molti professionisti del social advertising, da qualche giorno, compare un sondaggio che chiede quale sarà la loro propensione ad utilizzare Facebook come piattaforma pubblicitaria per campagne relative al calcio. Un tempismo non casuale se si pensa alla propensione degli investitori piccoli e grandi a sfruttare Facebook come piattaforma di advertising in “real time” e legata a grandi eventi sportivi. È proprio durante questi momenti, infatti, che i social media registrano numeri di accessi altissimi. A conferma di ciò sia Facebook, Twitter e Snapchat si sono dati battaglia per accaparrarsi i diritti dei prossimi mondiali per il mercato USA.
Dopo Euro 2016, l’evento calcistico più social di sempre, per Russia 2018 ci si aspetta la consacrazione dei social come piattaforme d’elezione per campagne di “real time marketing” che da un lato intrattengono gli utenti ma dall’altro generano ricavi e investimenti.
Per gli europei di Francia 2016 sui social sono scesi in campo top spender come Coca-Cola, Carrefour, Toyota e brand più piccoli con investimenti importanti, investimenti che per i Mondiali 2018 molto probabilmente non coinvolgeranno l’Italia.
Diceva Winston Churchill: “Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre”. Forse già ai tempi avevamo capito che lo sport non mette in gioco solo l’orgoglio.
Massimo Tucci