Old Firm, l'eterna sfida tra Rangers e Celtic
“Il calcio è l’unica religione che non ha atei”. Così scrisse Eduardo Galeano.
Qualcuno scoppiò a ridere, altri rimasero affascinati da questa affermazione, altri ancora, i più conservatori, praticamente scandalizzati, ma se riflettiamo bene, non siamo poi così lontani dalla realtà.
Questa frase, è l’incipit più adatto per introdurre il derby (social) tra Celtic e Rangers, le due anime calcistiche, e non, di Glasgow. Le due fazioni che mettono in scena l’Old Firm: evento che rappresenta al meglio colori, identità, religioni e contrasti della città scozzese.
Non è una semplice partita di calcio. Sicuramente una frase non originale, così come nei bar si afferma spesso che “il derby non è una gara come le altre”.
La contrapposizione fra le due squadre potrebbe essere paragonata al dualismo esistente tra Barcellona e Real Madrid o Boca Juniors e River Plate.
Solo che, l’ingrediente esplosivo, in questo caso è il tema religioso. Un match unico, speciale, denso di significati.
Il Celtic venne fondato alla fine dell’Ottocento con la missione di alleggerire la condizione di disagio e marginalizzazione degli immigrati provenienti dall’Irlanda e che si stabilirono prevalentemente nell’ east end di Glasgow.
L’unico club scozzese ad avere sempre disputato la Scottish Premiership sin dalla sua istituzione (1890-91) ed insieme all’Aberdeen, a non essere mai retrocesso, oltre ad esser stato il primo club britannico a vincere la Coppa dei Campioni.
Dall’altra parte i Rangers, che nacquero nel 1872, divenendo la squadra dell’élite conservatrice protestante tanto da non tesserare calciatori cattolici sino alla fine degli anni Novanta, quando tra gli altri, furono due calciatori italiani a rompere questa “tradizione”: Lorenzo Amoruso (primo capitano cattolico del club) e Gennaro Ivan Gattuso.
Se il Celtic fu la prima squadra britannica ad alzare la coppa più importante, i Rangers furono il primo team britannico a raggiungere la finale di un torneo UEFA.
Un’antica ed arcaica rivalità
Cattolici contro protestanti, classe operaria contro borghesia, “resto del mondo” contro nativi.
Avete presente il film Gangs of New York diretto da Martin Scorzese? Ecco, quello che accadeva ai Five Points è quello che è accaduto e spesso ancora accade durante l’Old Firm e nella vita quotidiana.
Capita ancora oggi che i tifosi dei Rangers invochino i “Billy Boys”, una vera e propria gang che terrorizzava i cattolici. Per il Celtic, invece, ogni vittoria sull’eterno avversario porta con se una forte rivalsa sociale che, alla fine, con il calcio c’entra poco.
Le rivalità tra le squadre esistono, vivono e resistono, in ogni angolo sperduto del globo, niente di nuovo quindi ma, sotto il cielo di Glasgow, è diverso.
Come spiegare questo dualismo così profondo?
Magari, lo potremmo fare attraverso il caso di Mo Johnston, bomber del Celtic che nel 1989 firmò clamorosamente per i Rangers e fu costretto a “munirsi” di una guardia del corpo per difendersi dalle ostilità di entrambe le tifoserie, oltre ad esser obbligato a lavarsi la maglia da solo in quanto il magazziniere dell’epoca si rifiutò categoricamente di toccare la sua maglia.
Oppure, citando il portiere del Celtic Arthur Boruc, con un passato anche in Italia, coinvolto in una vera e propria bufera dopo essersi fatto provocatoriamente il segno della croce per tre volte sotto la curva dei Rangers, all'Ibrox Stadium. Questo è l’Old Firm, rivalità e tradizione, identità e religione.
La questione al contempo assurda quanto affascinante è che questa rivalità nasce centinaia di anni prima del derby numero uno in campo.
Per capire, analizzare ed interpretare l'Old Firm bisogna tirare in ballo “personaggi” come Re Guglielmo III ed il politico ultraprotestante Ian Paisley, conoscere le ripercussioni economiche, politiche e demografiche che generò la grande carestia (The Great Famine) – che colpì l’Irlanda a metà dell’Ottocento ed approfondire i fatti della città di Derry.
La storia è importante, sempre, per spiegare il match tra Celtic e Rangers, lo è ancor di più.
Un duello nato trecento anni prima dell’Old Firm
Tutto ebbe inizio con il movimento di riforma scozzese del XVI secolo che vide la nazione cattolica della Scozia adottare il protestantesimo come religione nazionale.
Da lì in poi le tensioni religiose caratterizzarono e segnarono l’andamento dei successivi trecento anni con l'aggravarsi della situazione all’inizio del XX secolo, con l'arrivo in tutta la Scozia ed in particolare a Glasgow, di migliaia di immigrati cattolici provenienti dal nord dell’Irlanda.
C’è chi dice che basti osservare il via vai sui traghetti che collegano l'Irlanda del Nord alla Scozia il giorno dell’Old Firm per capire molte cose, soprattutto le origini, di questo derby. Il bianco e verde, le croci celtiche e il quadrifoglio sulle maglie del Celtic sono una simbologia troppo chiara ed evidente che crea una linea netta con i rivali.
Protestanti contro cattolici, unionisti contro repubblicani, conservatori contro socialisti. Una rivalità mai doma.
I fatti raccontano come le tensioni definitive che spaccarono a metà l’intera Scozia nacquero a cavallo tra i due conflitti mondiali, quando le ingiustizie della borghesia protestante nella distribuzione dei posti di lavoro e nell’assegnazione delle case popolari suscitò la reazione disperata ed orgogliosa della comunità d’immigrati cattolici.
Tutto ciò generò rivalità settarie causate da un anti-cattolicesimo ed anti-protestantesimo che contagiò la politica, il mercato del lavoro, l’economia e poi, ovviamente, il mondo del calcio per generazioni e generazioni. Per intenderci, la Scozia è l’unico paese al mondo ad aver promulgato una sectarian law per contrastare le violenze sugli spalti.
Quella tra Celtic e Rangers sembrava una rivalità quasi morta e sepolta che poi i social, le visioni opposte sul referendum sull’indipendenza scozzese ed il fallimento dei Rangers nel 2012 hanno riacceso improvvisamente.
L’Old Firm impatta come nessun altro evento sportivo al mondo sulla vita sociale e politica del Paese: il 40% delle persone che hanno votato per la Brexit nel 2016 sono tifosi di Celtic e Rangers.
Il tempo, lo sport business, hanno sicuramente attenuato le differenze, non la rivalità. Il calcio è una cosa seria, per molti è una religione, soprattutto, una tradizione.
L'Old Firm non si tocca, così come hanno dimostrato le due tifoserie nelle ultime proteste dopo l’annuncio della partecipazione delle due squadre il prossimo Novembre 2022, quando, durante la pausa del Campionato per i Mondiali, si disputerà la Sydney Super Cup, insieme a Sydney FC e Western Sydney Wanderers.
L'Old Firm non può essere una semplice amichevole, l'Old Firm non si può disputare lontano da Glasgow.
Siamo tutti d’accordo sulle necessità e priorità del calcio moderno, va bene gli interessi commerciali, ma c’è un limite. Ci sono aspetti che non possono essere toccati, almeno per i supporters di Celtic e Rangers.
Oggi non esistono più né le discriminazioni sul mondo del lavoro né i favoritismi nell’assegnazione degli alloggi popolari. Attualmente l’unica vera traccia di religious divide sembra esser proprio l'Old Firm.
Derby social: vince il Celtic
Una rivalità che oggi è anche social e che il Celtic sembra vincere con un risultato netto in termini di fanbase e di piattaforme sul quale è presente ed attivo il club.
La fanbase dei Rangers si limita, per modo di dire, a 842.675 follower su Facebook, 574.000 su Instagram, 685.111 su Twitter, 169.000 utenti iscritti al canale ufficiale Youtube, oltre 30.000 su LinkedIn e148.000 su TikTok. La struttura e la forza comunicativa degli Hoops, ad oggi, è un’altra cosa.
La dimensione del brand Celtic è in continua ascesa, nel pieno di un processo di internazionalizzazione continuo con una particolare attenzione verso il mercato asiatico e cinese nello specifico.
Il club è presente su 8 piattaforme con: oltre due milioni di fan su Facebook, 804.000 follower su Twitter e 635.000 su Instagram, 182.000 iscritti su Youtube e 162.000 su Snapchat, 215.000 su TikTok, oltre 26.000 su LinkedIn, oltre gli 88.000 fan su Weibo, il social network cinese che potremmo definire come un ibrido tra Facebook e Twitter.
Ai punti, in questo caso, vincono gli Hoops. Dall'online all'offline, non esiste nessuna rivalità capace di contaminare così le divisioni sul piano sociale, culturale ed, appunto, religioso.
Essere del Celtic o dei Rangers significa vivere ed interpretare la vita in modi differenti, ognuno con il suo stile. La verità è che un tifoso non può decidere di essere di una o dell’altra squadra, semplicemente ci nasci.
Per storia, per tradizione, per famiglia e retaggio culturale-religioso.
Le radici nel corso della storia e che abbia divisioni così nette sul piano sociale, culturale e religioso. Questa è l’essenza dell'Old Firm che mantiene intatta la sua natura all’interno della moderna industria del calcio.