Odio online? Jordan Henderson ci mette la faccia
“Negli ultimi anni ho visto alcuni dei miei amici, compagni di squadra, altri calciatori, persone dentro e fuori il mondo del calcio, subire orrendi abusi online senza che sia realmente cambiato qualcosa”.
L’ultimo episodio di discriminazione razziale online che ha avuto come vittime i suoi compagni di squadra Trent Alexander-Arnold e Naby Keita, ha scosso profondamente il capitano del Liverpool, il 30enne Jordan Henderson. Un’esasperazione che ha manifestato in un video girato per presentare l’iniziativa “People Not Profiles” con cui spera di sensibilizzare chi lo segue sui social network.
Dall'8 aprile, per alcune settimane, il calciatore inglese ha deciso di affidare il completo controllo dei suoi account Facebook, Instagram e Twitter alla Cybersmile Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro ed ente di beneficenza del Regno Unito che agisce per combattere gli abusi online e fornisce supporto alle vittime di cyberbullismo e campagne di odio in rete.
Prima di mettere in piedi il progetto, il capitano dei Reds ha pensato a lungo di lasciare, o quanto meno prendersi una pausa, dai social media dopo aver visto comparire l’emoji raffigurante una scimmia sotto alcune foto pubblicate su Instagram da Alexander-Arnold e Keita. Un gesto razzista, increscioso, che ha spinto Henderson ad agire piuttosto che fuggire, convinto di poter essere più efficace rimanendo sul palco e provando a sensibilizzazione la platea, che nel suo caso è una fanbase da 4 milioni di follower su Instagram, 3,3 milioni su Facebook e altri 1,3 milioni su Twitter.
Una decisione diversa rispetto a quella presa dall’ex attaccante francese Thierry Henry che a fine marzo ha sospeso i suoi account sui social media nella speranza di ispirare altre persone a combattere il razzismo e il bullismo online.
Henry ha ispirato l’Arsenal, sua ex squadra, che ha lanciato la campagna #StopOnlineAbuse ed è pronta a prendersi una pausa dalla rete se la situazione non migliorerà. Per lo stesso motivo Swansea e Birmingham, insieme ai Rangers in Scozia, hanno optato per una settimana di boicottaggio delle piattaforme.
Il centrocampista della squadra di Jurgen Klopp, invece, ha unito le forze con Cybersmile e dato vita a “People Not Profiles”, un nome che spiega molto riguardo il progetto. Dietro a ogni account social si nasconde una persona, con le proprie emozioni e i propri sentimenti: serve sensibilità e soprattutto rispetto quando si interagisce con qualcuno sul web. Chiunque sia la vittima e qualunque sia la situazione. La campagna è progettata per aumentare la consapevolezza della gravità degli insulti e delle discriminazioni online, ma anche per rendere accessibili i percorsi di educazione e sostegno che realizza la fondazione inglese.
Henderson ha consegnato i suoi canali al team di esperti di Cybersmile, che da giorni pubblicano post divulgativi sull'argomento. Contenuti che invitano all'inclusione e alla condivisione del disagio, servendosi di una vasta gamma di dati demografici e alcuni contributi del calciatore. Ne sono previsti altri, realizzati da sportivi famosi.
Foto e grafiche inerenti i match del Liverpool, o quelli della nazionale inglese, sono sparite, così come gli scatti degli allenamenti, le esultanze e le frasi di incitamento al club dove gioca ormai da nove stagioni.
Sono comparsi invece post informativi, come quello qua sopra, in cui si evidenzia che quasi un terzo (30%) di ragazze e ragazzi (12-16 anni) ritiene che la propria scuola non saprebbe come aiutarli in caso di aggressione sul web. “Chi dovrebbe insegnare ai giovani il modo migliore di utilizzare i social media e come affrontare i problemi online?” è la domanda retorica contenuta nell'immagine. In altri casi si cerca di incoraggiare e supportare le vittime, evitando che incorrano nell'errore (indotto da qualcuno dietro uno schermo) di sentirsi inferiori o sbagliati. “I tuoi sentimenti sono assolutamente validi. Non permettere a nessuno di farti sentire diversamente”: è solo uno dei tanti messaggi pubblicati.
"Il problema dell’odio online continua a distruggere vite ogni giorno. È stato bello lavorare con Cybersmile per affrontare una questione così importante e spero che questa campagna aumenti la consapevolezza e consenta alle persone di sapere che possono sempre avere un supporto a disposizione" ha commentato Jordan Henderson.
Soddisfatto anche Dan Raisbeck, co-founder di Cybersmile: “Siamo tutti sono onorati di lavorare al fianco di Jordan in questa importante iniziativa, progettata per ricordare che dietro ai profili social ci sono persone reali con sentimenti reali. Utilizzando con efficacia i suoi potenti account raggiungeremo milioni di persone. Comprendere gli effetti del cyberbullismo può cambiare la vita delle persone, inoltre scopriranno l'accesso a servizi di consulenza e supporto che sono cruciali”.