L’Italia e il calcio sono inseparabili, intervista a Davide Usai
L’Italia rientra tra quei paesi in cui la bellezza indefinita delle centinaia di città che ospitano squadre di calcio professionistiche, diventa un motivo valido per una trasferta, ma anche per accogliere tifosi stranieri innamorati di entrambe le cose: il Paese e il calcio.
Un legame tra questi due “mondi” indissolubile nella nostra nazione, motivo per cui turismo e sport devono e dovrebbero dialogare costantemente, ognuna di esse per fare da boost all’altra.
Il rapporto tra territorio, cultura e calcio è emerso fortemente durante il nostro primo reportage a Venezia, momento in cui abbiamo scoperto che un club come il Venezia aveva avviato una collaborazione proficua con il FAI, il Fondo Ambiente Italiano.
La partnership con il club lagunare non è casuale se si conosce il claim di questa organizzazione; un messaggio eloquente che ricalca quanto descritto prima: “Dal 1975 il FAI difende la bellezza d’Italia”.
Questo legame ci ha spinto a voler intervistare il direttore generale del FAI Davide Usai.
Ciao Davide, grazie per essere qui su Social Media Soccer.
Il calcio è lo sport di squadra più popolare e praticato in Italia. Qual è la vostra connessione con questo sport e come è nata l'attività con il Venezia F.C.?
“L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per il suo patrimonio d’arte e natura ma anche per il calcio, concetti diversi ma radicati nella nostra cultura.
L’attività con il Venezia F.C nasce quindi con l’obiettivo comune di sensibilizzare il grande pubblico, attraverso il palcoscenico del Calcio, all'educazione, amore, e conoscenza del nostro patrimonio e paesaggio”.
Le trasferte sono un buon modo per conoscere altre città, punti di interesse e scoprire il nostro patrimonio. Avete mai pensato ad un progetto con leghe diverse dalla Serie A più radicate nel territorio di provincia?
“In passato abbiamo collaborato con la Lega Calcio Serie A in occasione della nostra campagna nazionale di raccolta fondi ‘Ricordiamoci di salvare l’Italia.’
Sicuramente l’esperienza con il Venezia FC ci ha aperto le porte a progetti futuri in cui coinvolgere e valorizzare i luoghi identitari del calcio, ma anche quelli di tutti gli sport”.
Quali sono le attività previste per il 2022 dal Fondo per l’Ambiente Italiano è pensabile ripetere un’iniziativa come quella del Venezia F.C.?
“Ci piacerebbe molto ripetere l’iniziativa non solo con il Venezia F.C ma anche con altre società calcistiche. Aprire gli stadi, infatti, significa renderli accessibili, raccontare la loro storia e al tempo stesso quella della società e della città in cui si trovano, facendoli conoscere al di fuori delle partite.
La case history del Venezia, infatti, è stata l’occasione per far scoprire al pubblico la storia del secondo stadio più antico d’Italia, del suo contesto lagunare e al tempo stesso avvicinare target diversi alle nostre due realtà”.
IL VENEZIA PRESERVA IL PATRIMONIO ARTISTICO DELLA CITTÀ
Con i vari lockdown tutte le attività sono state sospese immagino. Come avete riorganizzato la ripartenza e quali sono i progetti da segnalare in futuro?
“I luoghi della cultura come i luoghi dello sport sono stati quelli tra i più colpiti dalla pandemia.
Durante il lockdown con i Beni chiusi e le manifestazioni sospese, abbiamo avviato una serie d’incontri e workshop online, con coraggio siamo stati tra i primi, nel giugno 2020, a organizzare una manifestazione nazionale ‘Giornate FAI all’Aperto’ una versione ad hoc delle più celebri Giornate FAI di Primavera.
Anche noi abbiamo ridimensionato la capienza di visitatori nei nostri Beni e rivisto la modalità di partecipazione agli eventi nazionali, inserendo la modalità di prenotazione.
Ad oggi, dopo un periodo difficile, possiamo dire di essere tornati quasi ai numeri del 2019.
Per il futuro molte sono le sfide che ci aspettano, ma ci auguriamo di trovare altre aziende virtuose, proprio come il Venezia F.C, che ci aiutino a vincere la nostra partita più importante: la salvaguardia del nostro patrimonio”.
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