Frosinone, Gualtieri: “Siamo pronti per il sito e i social in inglese, vogliamo portare il nostro brand negli USA” [VIDEO]
Il Frosinone Calcio potrebbe essere la prima società di Serie B a sbarcare negli Stati Uniti e in Canada per una tournée estiva. Proprio come le cugine più famose di Serie A: Juventus, Milan, Inter e Roma. A raccontare ai microfoni di Socialmediasoccer.com questo ambizioso progetto è Salvatore Gualtieri, Responsabile Marketing&Comunicazione del Frosinone Calcio. Il dirigente del club di Maurizio Stirpe entra nel vivo della gestione dei canali social gialloazzurri descrivendo il percorso e il linguaggio che ha portato al successo sul web del Frosinone, con una considerevole crescita di utenti su Facebook, Twitter e Instagram.
Il brand Frosinone aspira a internazionalizzarsi: in che modo intendete sfruttare i social network per raggiungere questo obiettivo?
Mi fa piacere che il Frosinone sia la prima società di Serie B che possa portare a termine un’operazione di questo livello che mi rendo conto è molto ambiziosa, perché andare a fare la preparazione negli Stati Uniti e nel Canada ovviamente non è una cosa di tutti i giorni. Noi ci stiamo lavorando e speriamo di riuscire a chiuderla. Noi lavoriamo molto con i social e stiamo avendo dei risultati importanti. La struttura stessa del gruppo di lavoro Marketing e Comunicazione prevede un responsabile del modello Experience, un profilo unico, che non esiste in nessuna società di calcio. Il dottor Giuseppe Capozzoli, mio stretto collaboratore, è responsabile di tutto il modello Experience. Sta facendo un’esperienza unica. È il primo in Italia che è responsabile di un progetto di questo tipo. I social ci hanno dato talmente soddisfazione in pochi mesi che io ho già creato un responsabile del fan engagement loyalty, Jacopo Gismondi, che lavorava e lavora nei social, ma che ho dovuto sottrarre a questa attività per dedicarlo a questo discorso, proprio perché la struttura marketing sta crescendo. Abbiamo un gruppo di lavoro di 12 ragazzi competenti, che stanno facendo un’esperienza bellissima e stanno facendo crescere tutto quello che è il nostro modello. All’estero, all’interno di questo progetto, ci muoveremo con i social in maniera adeguata: stiamo lavorando, stiamo studiando, vogliamo crescere e quindi per noi ovviamente sono esperienze nuovissime. Quando andremo negli USA saremo presenti con un pezzo di Frosinone; la linea di merchandising completa verrà presentata lì, abbiamo un piccolo pezzo di store, che noi chiamiamo “store itinerante”, che porteremo lì e lo porteremo anche in tutti gli altri paesi, eventualmente, dove sonderemo un’area di attività, proprio perché vorremmo portare un piccolo pezzo di Frosinone lì sul posto. È chiaro che quando porti un piccolo pezzo di Frosinone ti trascini tutto: sponsor, territorio, fan, tutto quello che fa parte di questo mondo.
Quindi immaginiamo sia in cantiere la traduzione in inglese dei vostri profili social?
Stiamo già lavorando alla traduzione in lingua inglese del sito e io questo lo ritengo uno strumento fondamentale, perché bisogna che le società che hanno intenzione di promuovere il brand all’estero debbano avere i canali in lingua, non c’è dubbio.
Come vi siete preparati a diventare degli editori come ormai accade a tutti i club che producono contenuti per le proprie piattaforme web?
Bisogna prepararsi, studiare, e lo puoi fare solo formando e facendo crescere gente competente nel settore, che è quello dei social e quello della comunicazione. Bisogna dotarsi di una struttura adeguata. Il segreto del Frosinone Calcio in questo momento è il gruppo, è impensabile che una persona o due persone sappiano fare tutto e facciano tutto. Ci deve essere una strategia, ci devono essere idee, poi bisogna avere delle persone competenti per portarle avanti. Il modello Experience che abbiamo implementato - e i social ci stanno dentro a tutti gli effetti e fanno la parte del leone - è un programma che si alimenta solo se ci sono idee e contenuti, e sono le idee e i contenuti che poi dobbiamo trasferire ai social, sono le idee e i contenuti che piacciono ai tifosi, alla gente, a chi va in rete, quello determina il successo. Quindi se vuoi avere dei contenuti importanti, interessanti, se vuoi creare, insomma, un prodotto social, che sia un video, che sia un redazionale, devi avere le idee sì ma anche la competenza di saperle spiegare, di saperle anche mettere in video, in questo caso, perché sappiamo che su Facebook, YouTube, Instagram si gioca tutto su questo. Quindi noi stiamo cercando di formare e di migliorare le competenze che abbiamo all’interno della società che sono già molto interessanti per crescere sotto quell’aspetto che lei giustamente diceva, una definizione che mi piace molto, ovvero delle società di calcio che con i social oggi diventano degli editori. Quindi è un lavoro diverso e bisogna saperlo fare con gente che lo sa fare.
Il Frosinone ha già un business plan in cui convertire le attività fatte sui social in un valore economico?
Noi quest’anno stiamo facendo assaggiare ai nostri sponsor, quello che è uno dei prodotti social che stiamo studiando. A che cosa mi riferisco? Settimanalmente facciamo una clip, che non supera in 2 minuti, che riguarda tutte le attività e le immagini più salienti della settimana della prima squadra che piacciono molto ai fan, ai tifosi, e agli appassionati di calcio. Questo prodotto lo chiamiamo “Dietro ogni partita”, esce come detto ogni settimana e ogni settimana leghiamo il marchio di uno sponsor a quel prodotto. Adesso lo stiamo offrendo gratuitamente, ma è un prodotto che andrà in listino, come andranno in listino tante altre rubriche editoriali, e altri prodotti che poi faranno parte di un valore. Perché è chiaro, una cosa è 10.000 visualizzazioni di questa clip, una cosa è 250.000 visualizzazioni. Per creare il listino, dovremo dare allo sponsor dei numeri. Stiamo implementando anche altre rubriche, a livello di studio ne abbiamo già 10, quindi il listino è pronto. Dopodiché questo prodotto avrà un valore economico ed entrerà nei contratti di sponsorizzazione degli anni futuri. È quello l’obiettivo.
Giulia Spiniello