Palmeiras, una storia quasi italiana
In Brasile esiste un club dall’anima italiana che nel tempo si è affermato come una delle squadre più importanti e soprattutto vincenti della nazione. Il tutto prende vita nei primi anni del Novecento, quando proprio in territorio verdeoro sbarcarono il Grande Torino e la Pro Vercelli per una tournée estiva. In particolare i granata rapirono l’occhio ed il cuore di un gruppo di immigrati italiani giunti in Brasile tempo prima per cercare fortuna. Dall’intuizione dell’imprenditore italo-brasiliano Marrazzo e dalla tenacia di Luigi Cervo, Luigi Marzo, Vincenzo Ragognetti ed Ezequiel Simone nacque, a San Paolo, Palestra Italia.
Ispirati dal Grande Torino
Un nome abbastanza eloquente, una polisportiva che ha nel calcio la disciplina principale e che ha sempre conservato i principi, i valori, le abitudini ed i colori di italica ispirazione. Palestra Italia fu una grande novità, ribaltò le consuetudini calcistiche del Brasile dove il gioco più famoso del mondo, all’epoca ed a differenza di tanti altri Paesi, era ad appannaggio solo ed esclusivamente di una certa élite borghese.
Il calcio iniziò a divenire un fenomeno nazionale, globale. Il popolo scese in campo e sin da subito fu un successo. Il 1917 fu l’anno dell’esordio in Campionato, il 1920 lo “start” che diede vita alla leggenda degli uomini in maglia tricolore che conquistarono il loro primo trofeo. Oggi la bacheca del club mostra ben 10 Campionati brasiliani, quattro Coppe nazionali, 25 Campionati paulisti e soprattutto due Libertadores, una nel 1999 ed una più recente nel 2020.
Il Palmeiras è tornato, nonostante, un periodo di crisi societaria e tecnica abbastanza lungo caratterizzato da due retrocessioni: la prima nel 2002 e la seconda nel 2008.
Da Palestra Italia a Palmeiras
Dal baratro alla rinascita, dalla Seconda Serie alla vetta del Sudamerica passando per il secondo conflitto mondiale. La storia del Palmeiras è così, racconta di grandi vittorie e di brucianti sconfitte, in Brasile, in fondo, ne sanno qualcosa. Scrivendo siamo passati senza indugiare dal nome Palestra Italia a Palmeiras: c’è da fare una precisazione. Questa è una storia che poggia su un’unica anima divisa da due diversi periodi storici ed, appunto, caratterizzata da due differenti nomi.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e lo schieramento del Brasile contro gli alleati dell’Asse, il Dittatore Generale Getulio Vargas, vietò in tutto il Paese qualsiasi riferimento all’Italia o alle altre potenze “avversarie”. Ovviamente, la Palestra Italia fu bersaglio facile con un’identità così marcata, orgogliosamente più italiana che brasiliana. Ai dirigenti gli fu vietato di utilizzare quel nome ed intimato di cambiarlo quanto prima. Una situazione al limite, un momento di tensione e scelta che fu risolto da un certo Mario Minervino che propose il nome Palmeiras accompagnandolo con la storica frase: “Se proprio non vogliono che si chiami Palestra Italia allora il nostro nome sarà Palmeiras: nati per essere Campioni”.
È il 14 Settembre 1943 ed il “protagonista” della nostra storia cambierà definitivamente nome e colori. Dallo stemma sparirà il rosso così come dalle maglie. Rimarranno il bianco ed il verde, assist perfetto per un nuovo soprannome utilizzato da lì in poi dai tifosi del Palmeiras e dagli avversari: Verdao. Il legame con l’Italia rimarrà sempre così come la Croce dei Savoia all’interno dello stemma. In chiave marketing basti pensare che negli anni si sono alternati sponsor come Fiat, Parmalat e TIM. Con questa “nuova” maglia si esibiranno tra gli altri Djalma Santos, Vavà, Rivaldo, Roberto Carlos e tecnici del calibro di Scolari e Luxemburgo. Il nome non cambia i risultati, il Palmeiras continuerà a vincere sino a proiettarsi in una nuova dimensione, quella attuale.
Una visione sostenibile
Oggi parliamo di un brand internazionale, di un club con 33.000 soci, strutturato in campo e fuori. Un'enorme Media House coordina tutta l’area comunicazione online ed offline del club: dalla rivista ufficiale passando per l’app e TV Palmeiras. Grande è il bacino d’utenza sui social network: oltre 4 milioni di fan su Facebook, superati i 3 milioni di follower su Instagram e raggiunti i 3.3 milioni su Twitter. L’hashtag ufficiale #MaiorCampeãodoBrasil ne definisce alla perfezione la grandezza e le potenzialità commerciali. Il Palmeiras è un club attento all’aspetto sociale, negli ultimi anni ha implementato tutte le attività in prospettiva Corporate Social Responsibility attraverso la campagna #PORUMFUTUROMAISVERDE. Tre pilasti fondamentali che reggono tutte le attività sociali a partire da una continua ricerca di sostenibilità economica e trasparenza finanziaria del club, dalla valorizzazione dell’impatto sociale sul territorio attraverso iniziative di integrazione ed inclusione sociale per tutta la popolazione partendo dalle scuole ed infine diffondendo buone pratiche ed abitudini, a partire dai dipendenti e dai calciatori del Verdao, sul tema ambientale e gestione dei rifiuti.
Il Palmeiras ha preso nel tempo consapevolezza del proprio ruolo, di come possa essere un traino per tutta la propria comunità. La visione è consolidare il club come un’azienda responsabile capace di generare un impatto positivo nel sistema calcio e nella società civile.
Impatto positivo ottenuto anche attraverso la costruzione del nuovo Stadio, l’Allianz Parque, una struttura polivalente imponente tra le migliori di tutto il Latino America. Costruito sulla stessa area dello storico Estadio Palestra Italia, è stato realizzato grazie ad un investimento di oltre 630 milioni di reais. Capace di ospitare oltre 43.000 spettatori ed inaugurato nel 2014, si è imposto come il migliore impianto per accessibilità ed assistenza: circa 2.000 posti per persone diversamente abili, 63 bagni e 15 ascensori esclusivi, 26 scale mobili con rampe di accesso e biglietterie specifiche.
L’Italia nel cuore
Un club dal “cuore d’oro” anzi verde, che non ha mai dimenticato le proprie origini e che ha avuto un pensiero per l’Italia durante il primo lockdown espresso attraverso una splendida lettera sui propri canali social, questa la prima parte: “Cara Italia, sono ormai trascorsi più di 100 anni dal nostro saluto, quando la Guerra, la miseria, la fame e la povertà hanno cambiato i nostri destini all'inizio del secolo XX. Con molto dolore e nostalgia, abbiamo attraversato l'Atlantico per "Fare l'America". Qui abbiamo piantato il tuo seme in tutti i campi d'attuazione, sostituendo la mano d'opera degli schiavi. Con sudore, lavoro, fede e resilienza, sono stati i tuoi figli immigrati qui a San Paolo che hanno guidato la lotta contro la Grande Influenza nel 1918, che ha devastato il mondo, simile ai tempi così bui che stiamo vivendo. Abbiamo vinto insieme queste e altre sfide sociali, e siamo diventati ancora più forti nel nostro percorso.”
Questo è il Palmeiras, questo è il Verdao, club di San Paolo orgogliosamente italiano!