L'Aston Villa sta valutando la possibilità di vendere la sua squadra femminile

Secondo il quotidiano britannico The Times, l'Aston Villa sta valutando la possibilità di vendere la propria squadra femminile come alternativa per rispettare le regole di sostenibilità finanziaria della Premier League. La mossa arriva dopo che il club inglese ha registrato una perdita di circa 85,4 milioni di sterline nella stagione 2023/24 e di altri 119,6 milioni di sterline nel ciclo precedente, mentre nel 2021/22 ha chiuso con un profitto di 300.000 sterline.
Le norme che regolano l'élite del calcio inglese stabiliscono limiti alle perdite nell'arco di un ciclo di tre stagioni, con eccezioni specifiche per gli investimenti nelle infrastrutture, nelle giovanili e nel calcio femminile. Nonostante ciò, l'attuale consiglio di amministrazione sta cercando fonti di reddito alternative che non dipendano esclusivamente dal calciomercato, dopo la vendita dell'attaccante Durán all'Al-Nassr per oltre 60 milioni di sterline.
L'ipotesi
Tra le possibilità prese in considerazione, l'Aston Villa sta valutando la vendita della squadra femminile sia a investitori esterni sia alla società che controlla la squadra stessa.
In quest'ultimo formato, l'operazione sarebbe sotto un maggiore controllo della dirigenza per quanto riguarda il prezzo dell'asset, ispirandosi alla strategia del Chelsea, che ha ceduto il suo reparto femminile alla holding BlueCo per 200 milioni di sterline, ottenendo un utile contabile di 129,6 milioni di sterline per l'anno.
Il caso Chelsea
La vendita, tuttavia, dipende dalla valutazione e dall'autorizzazione della Premier League, che analizza questo tipo di operazioni in base al principio del fair market value. Allo stesso tempo, c'è un segnale d'allarme: l'Uefa non ha riconosciuto come valida la transazione analoga dei Blues, il che potrebbe portare a sanzioni se la pratica si ripetesse con altre partecipanti al torneo continentale.
La dirigenza dell'Aston Villa, guidata da Wes Edens e Nassef Sawiris, ha già espresso pubblicamente la propria insoddisfazione per i limiti imposti dalla Lega, nella quale la squadra femminile si colloca all'11° posto su 12 club della competizione.