L’Arsenal vuole sospendere i propri account social
L’argomento dell'hate speech, la discriminazione sui social e le offese di razzismo di ogni genere, sono un tema molto caldo delle ultime settimane.
Alle dichiarazioni di Thierry Henry di qualche giorno fa però, già pur clamorose, sembrerebbe potrebbe susseguire la scelta clamorosa e storica di un club di livello internazionale come l’Arsenal.
I gunners, infatti, starebbero pensando di sabotare i propri account di social media per dare un messaggio forte.
L'amministratore delegato dell'Arsenal Vinai Venkatesham ha detto che "niente è fuori discussione" nella loro lotta contro gli abusi sui social media che prendono di mira i giocatori, “incluso un boicottaggio totale di piattaforme popolari come Instagram e Twitter” ha specificato l’amministratore dei londinesi ai microfoni di Sky Sports UK.
I gunners hanno formato una campagna #StopOnlineAbuse alla luce di quanto fatto proprio da Henry, leggenda del club tra le cose, e sebbene il piano d'azione dell’Arsenal non preveda ancora che si oscurino i social media, questo passo deciso potrebbe essere un'opzione.
Venkatesham si è poi soffermato sulla questione e la campagna lanciata dal club:
"C'è un lato davvero oscuro dei social media e non possiamo accettarlo. La situazione non sta migliorando, anzi, vedo che sta peggiorando e dobbiamo trovare un modo per risolverlo. Certo, non sto dicendo che sia così semplice da risolvere. La mia più grande paura è che questo tipo di comportamento si normalizzi nel tempo”.
Sempre Venkatesham ha poi spiegato cosa comprende la campagna #StopOnlineAbuse. In sintesi, l’Arsenal sta prendendo misure per supportare meglio i propri giocatori emotivamente attraverso workshop e riunioni, suggerendo al contempo misure preventive da chiedere alle società proprietarie delle grandi piattaforme di social media, ovvero la proposta di richiedere alle persone di allegare la propria carta di identità a tutti gli account.
Tra gli altri giocatori che si sono esposti su questa tematica, l’ex Roma Antonio Rudiger e l'attaccante del Man Utd Marcus Rashford.