La Serie A perde 40 minuti a match: la FIGC corre ai ripari

Si gioca sempre di meno anche se nella realtà le partite durano più minuti a causa delle interruzioni per la Var e per i recuperi in formato extralarge

Fiorentina-Milan 2024-2025

Dai Campionati del Mondo di Qatar 2022 il calcio mondiale ha preso confidenza con due innovazioni sostanziali. La prima è stata quella di introdurre cinque sostituzioni in luogo delle precedenti tre.

Di fatto i match si giocano in 16 con tutto ciò che comporta in termini di gestione delle rose. Ed è stata una riforma accolta e introiettata con soddisfazione.

La seconda è stata quella di avvicinare il più possibile il tempo giocato ai 90 minuti previsti. Una scelta che, unita alle interruzioni per la Var, ha spinto gli arbitri ad allungare il tempo dei match oltre i 98 minuti e spesso oltre i 100 minuti.

L'inchiesta del Corriere dello Sport

Ma in questo caso la riforma è stata un fiasco. Nonostante questa scelta, infatti, il tempo reale che viene dedicato al gioco è ancora molto basso. Troppo basso. A certificarlo, una volta per tutte, un'inchiesta del Corriere dello Sport. Inchiesta dalla quale emerge che nelle prime sette giornate della Serie A EniLive 2024-2025 il tempo medio di gioco è stato di 54 minuti e 54 secondi.

Un salasso in termini di spettacolo, di gioco e perché no di gestione economica dei tempi morti. Un fattore che, sempre secondo l'inchiesta, è uno dei fattori che sta allontanando i giovani dal calcio.

Per questo motivo la FIGC sta seriamente pensando di correre ai ripari virando in modo deciso verso la sperimentazione del tempo effettivo di 60 minuti di gioco.

«Siamo disponibili a testare il tempo effettivo di gioco per rispondere a un’esigenza sempre più avvertita da tutti, quella che tutte le partite abbiano un tempo reale» ha dichiarato di recente il Presidente Gravina  con l'aggiunta di una messa a disposizione del calcio italiano per testare le nuove regole.

L’IFAB, l'International Football Association Board sembra disponibile tanto che si ipotizza che la sperimentazione possa partire già dalla stagione 2025-2026 dalle categorie inferiori e dai settori giovanili.

Cos'è il tempo effettivo?

Per tempo effettivo si intende il tempo in cui la palla è effettivamente in gioco. A differenza del tradizionale conteggio di 90 minuti, dove il cronometro continua a scorrere anche durante le interruzioni, il tempo effettivo si ferma ogni volta che il gioco si interrompe per un fallo, un fuorigioco, una sostituzione o qualsiasi altra causa.

Perché se ne parla tanto?

Perdita di tempo: Negli ultimi anni, si è assistito a un aumento significativo del tempo perso durante le partite a causa di varie interruzioni. Questo ha portato a una diminuzione del tempo di gioco effettivo, spesso inferiore ai 60 minuti.

Equità: L'introduzione del tempo effettivo garantirebbe un'equità maggiore tra le squadre, evitando che alcune possano approfittare delle interruzioni per rallentare il ritmo della partita.

Spettacolarità: Un aumento del tempo di gioco effettivo potrebbe rendere le partite più dinamiche e spettacolari, avvicinando ulteriormente il pubblico.

Quali sono le possibili implicazioni?

Durata delle partite: Le partite potrebbero durare un tempo complessivo inferiore, ma il tempo di gioco effettivo sarebbe maggiore.

Tatticismi: Le squadre potrebbero dover rivedere le proprie strategie, adattandosi a un ritmo di gioco più sostenuto.

Arbitraggio: Gli arbitri avrebbero un ruolo ancora più cruciale nel gestire le interruzioni e nel far rispettare i tempi di recupero.

In buona sostanza il tempo effettivo rappresenta una possibile rivoluzione nel mondo del calcio, in grado di rendere il gioco più equo, spettacolare e coinvolgente. Nonostante le resistenze, sembra ormai chiaro che questa discussione non a breve ma prima o poi il calcio dovrà confrontarsi con questa sfida e ancora una volta la FIGC, come per l'introduzione del Var, potrebbe fare da battistrada.



 

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