Alle origini della "Garra Charrua": il mito del Peñarol
Partiamo da una data recente e non da quella di fondazione, perché questo evento ha tracciato, idealmente e concretamente, una nuova era. La proprietà è stata capace di trasformare il titolo di Campeón del Siglo, in un brand e marchio istituzionale attorno al quale ruota tutta la strategia commerciale, di comunicazione e marketing del club.
Una nuova era, un nuovo inizio
Campeón del Siglo è anche il nome del nuovo stadio. L’impianto di proprietà è collocato nella parte orientale di Montevideo, sulla Route 102, precisamente nel barrio Bañados de Carrasco. Con una capacità di oltre 40.000 posti è una delle migliori strutture del continente, classificato con le 5 stelle FIFA, si “regge” sulle quattro tribune intitolate ad altrettanti dirigenti che hanno fatto la storia: Frank Henderson, José Pedro Damiani, Washington Cataldi e Gastón Güelfi.
L’elemento storico, le origini, i passaggi fondamentali non vengono mai dimenticati. Ogni occasione in casa Peñarol è buona per valorizzare e raccontare la propria dei gialloneri. L’inaugurazione dell'Estadio Campeón del Siglo avvenne il 28 Marzo del 2016 con una spettacolare vittoria sul River Plate. Pochi giorni dopo, il 9 aprile, l’esordio vincente in una gara ufficiale contro il malcapitato Danubio.
La grandezza di un club è data dalle vittorie in campo: 52 titoli nazionali, 5 Coppe Libertadores e 3 Coppe Intercontinentali. È una delle nove squadre al mondo capaci di conquistare per ben due volte (1961 e 1982) il cosiddetto Treble: campione nazionale, campione continentale, campione del mondo. Un titolo condiviso con club come Santos, Ajax, Boca Juniors, Manchester United, Inter, Barcellona, Bayern Monaco e Nacional Montevideo, i rivali storici.
Proprio Peñarol e Nacional rappresentano non solo l’anima calcistica della capitale Montevideo ma gran parte del movimento nazionale, considerando che circa l’80% degli appassionati nel Paese tifa per l’una o per l’altra squadra. È, ovviamente, la rivalità più grande, importante e sentita di tutto l'Uruguay (e non solo). Uno dei derby più accesi del continente sudamericano, iniziato addirittura nel 1900 con la prima sfida assoluta. Le due squadre per molto tempo si sono affrontare nel palcoscenico dell'Estadio Centenario, nominato dalla FIFA Monumento Historico del Futbol Mundial.
Comunicazione e ascolto
Le vittorie forgiano la dimensione del club, la capacità di adattarsi ed evolvere ne determinano il futuro.
In questa nuova era, il Peñarol si è dimostrato un club che ascolta, un club che coinvolge. Tornando alla questione nuovo stadio, il nome fu scelto attraverso una votazione dei tifosi sul portale I Name You, dove i fan scelsero attraverso un sondaggio di intitolare l’impianto proprio Campeon del Siglo. Il Peñarol è vicino ai tifosi, e a tutti gli appassionati, attraverso una comunicazione empatica ed emozionale. Trasmette informazioni, passione e senso di appartenenza ad una fanbase social importante: 717.902 fan su Facebook, 343.522 follower su Twitter, 487.000 su Instagram e 47.600 su Youtube. Video e grafiche sono spettacolari e attraverso questi contenuti il Peñarol valorizza il concetto di squadra come famiglia. Emblematico il video realizzato per il primo maggio, dando spazio e visibilità a tutti quei professionisti che lavorano con il club e per il club.
Un percorso di qualità
Calcio, storia, sociale. L’impatto del club è su più livelli, mettendo sempre al centro il tifoso e il socio.
Su questi basi il Peñarol è stata la prima squadra uruguayana ad ottenere il certificato di Gestione della qualità, rilasciato dall’ente LSQA, nel rispetto dei parametri ISO 9000. Una serie di normative e linee guida sviluppate dall'Organizzazione internazionale per la formazione (ISO), che definiscono i requisiti per la realizzazione all'interno di un’organizzazione, anche calcistica, di un sistema di gestione della qualità, al fine di condurre al meglio i processi aziendali, migliorare l’efficacia e l’efficienza nell'erogazione del servizio, ottenere ed incrementare la soddisfazione del cliente, in questo caso del tifoso.
La governance del Club Atlético Peñarol è orientata verso due target centrali e fondamentali: partner e supporter. Gli investimenti infrastrutturali, la comunicazione dinamica e riconoscibile, le attività sociali e di marketing sono focalizzate sulla qualità dei rapporti e della gestione, e sulla cura delle relazioni con i tifosi e con gli sponsor. Il fan è considerato un cliente a tutti gli effetti e non un semplice appassionato. Un utente che deve essere soddisfatto a prescindere dall'incondizionata passione che prova.
Lo stesso vale per le strategie marketing che hanno nel nuovo stadio di proprietà un elemento chiave. Andando oltre la visibilità sulle maglie da gara, sulla comunicazione bordo campo ed online l'Estadio Campeón del Siglo è stato realizzato e pensato con un particolare focus sull'area hospitality, considerando i 107 palchi privati (ognuno capace di accogliere 16 persone per un totale di 2.660 spettatori) e ai 12 box riservati alle aziende sponsor. Il Peñarol è un club in continua evoluzione e lo dimostra con una programmazione attenta e meticolosa.
Il legame con l’Italia
I Carboneros sono una squadra che ha origini lontane ed italiane.
Una storia legata ad un certo Giovan Battista Crosa, uno dei tanti italiani che tentò la fortuna alla fine dell’ottocento sbarcando in Sudamerica ed acquistando dei terreni a 15 km dalla città di Montevideo. Crosa, per alleggerire la nostalgia di casa, chiamò quelle terre appunto Peñarol (Pinerolo), in un onore della sua città natia.
Da lì nacque la leggenda del club, una squadra fondata da 18 soci inglesi e 45 “nuovi uruguayani” nel settembre del 1891 con il nome di Central Uruguay Railway Cricket Club e che, nel 1913, mutò il nome definitivamente in Club Atlético Peñarol. Una squadra nata in un’officina, sulle terre dove sorgeva l’azienda ferroviaria e che prese i tipici colori giallo e nero dalla locomotiva britannica The Rocket, che andava su e giù per l’intero Paese contribuendo alla costruzione di un nuovo Uruguay.
Addirittura, all'interno del museo creato nello Stadio, è conservata simbolicamente anche una zolla di terra della cittadina piemontese di Pinerolo, raccolta dai dirigenti e dai tifosi Carboneros giunti in Italia per ricordare e celebrare con orgoglio e commozione il legame con il nostro Paese e disputando un match contro il Torino per il centenario della squadra granata.
Proprio il Museo è il punto d’incontro tra passato, presente e futuro.
Cinque diversi settori accompagnano il visitatore lungo gli oltre 100 anni del club. Dalla fondazione alla conquista dei trofei nazionali, passando per le vittorie in Campionato e le tante immagini storiche dei campioni che hanno vestito la maglia giallonera.
Alcides Ghiggia e Juan Alberto Schiaffino sono gli idoli del passato ed eroi nazionali: i due marcatori della vittoria della nazionale dell’Uruguay nel Mondiale 1950 in Brasile, e contro proprio il verdeoro, nel famoso Maracanazo. A questi vanno aggiunti, tra gli altri, José Piendibene, Julio César Abbadie, Raffaele Sansone, Obdulio Varela ed campioni più “recenti” come Óscar Míguez, Juan Carlos González, Paolo Montero, Diego Forlán.
Tra evocazione storica e un continuo processo di digitalizzazione e rinnovamento, il Club Atlético Peñarol, è descritto alla perfezione in un’unica frase:
“Serás eterno como el tiempo y florecerás en cada primavera”.
Un club eterno, pronto a “rifiorire” ogni primavera.