AIC: "Più gare, più infortuni e calcio svalutato". Al SFS la presentazione del rapporto
Se giochi 55 partite top l'anno, rischi di stare fermo per problemi fisici 70 giorni. E' uno dei dati che emerge dal grido d'allarme che l'AIC, l'Associazione Italiana Calciatori, lancia pubblicando una propria ricerca 'Injury Time' che sarà presentata ufficialmente al Social Football Summit 2024 in programma allo Stadio Olimpico di Roma il 19 e 20 novembre. Un grido di allarme che mette in relazione come all'aumentare del numero di gare crescano gli infortuni, a discapito dello spettacolo.
Lo studio è stato realizzato prendendo a riferimento i campionati top in Europa e le ultime due stagioni che nel giro di 16 mesi (invece di 24) hanno visto disputarsi mondiale ed europeo. I primi dati che emergono sono quelli che evidenziano come i calciatori di Serie A e Liga siano stati infortunati per l'11% dei giorni disponibili, mentre in Premier League la percentuale sale al 15%.
Calcagno: "Aumentare l'offerta televisiva equivale a diminuire il livello"
Soffermandosi solo sui cinque club inglesi, spagnoli e italiani con il maggior numero di partite disputate lo scorso anno, è possibile constatare che gli infortuni sono cresciuti del 30% rispetto la stagione 2022-23. Per questo Umberto Calcagno, n.1 dell'AIC, sottolinea come l'incremento dell'offerta televisiva di partite non possa essere "l'unica risposta del sistema calcio intenzionale al calo dell'interesse dei tifosi e al decremento del valore dei diritti TV". Anzi, secondo Calcagno "aumentare ulteriormente l'offerta televisiva di partite equivale a diminuire il livello del prodotto venduto, svalutandolo e mettendo a rischio l'integrità fisica dei protagonisti".
Una denuncia, quella dell'Aic, che nasce anche dai nuovi format Fifa e Uefa che porteranno club e calciatori a uno stress ancora maggiore. Lo studio dice infatti come superata la soglia delle 40 partite stagionali aumenti vertiginosamente il rischio di infortuni. Un calciatore con 55 partite di club statisticamente rischia di essere indisponibile per almeno 70 giorni in una stagione (dato che arriva a 107 giorni con in media le 11 partite in più previste dai nuovi format internazionali).
E se a questi impegni si aggiungono anche quelli con le rispettive nazionali il numero di gare annuali cresce ancora: ad esempio Reijnders, centrocampista del Milan e primo tra gli 'italiani' con 65 partite lo scorso anno, ha una media di una gara ogni 5 giorni (con l'arrivo dei nuovi format diventerà di una gara ogni 4,5 giorni). "Per questo dobbiamo impegnarci per garantire che i top player siano messi nelle migliori condizioni per esprimersi al loro massimo livello", ha concluso Calcagno