Nainggolan e il Capodanno esagerato su Instagram: quali conseguenze sulla brand image
COME SONO ANDATI I FATTI - I calciatori sono personaggi pubblici invidiati per gli agi, il lusso e le libertà che possono prendersi. Tanti gli onori, altrettanti gli oneri. I tifosi bramano continuamente di poter accedere, anche solo visivamente e per pochi istanti, a momenti della vita privata dei loro beniamini. Non a caso i calciatori, da vere e proprie star quali sono, risultano tra i più inseguiti e seguiti sui social network. Tra il pubblico giallorosso e non solo, uno giocatori di Serie A con maggior seguito è il centrocampista belga Radja Nainggolan, assoluto protagonista su Instagram nella notte di Capodanno. Il numero 4 della Roma ha pubblicato sul suo profilo la diretta video di diversi momenti della serata pre e post mezzanotte in cui si immortala mentre fuma, beve e gioca a paddle proprio nel cuore della notte. E gli scappa anche un’espressione ingiuriosa. Nel corso delle dirette, una voce fuori campo, probabilmente appartenente alla compagnia del Ninja, suggerisce di fare un “video normale” e soprattutto di non destinarlo ai social. Ma oramai è troppo tardi, perché il centrocampista giallorosso ha deciso di rendere partecipi della sua serata le centinaia di migliaia di follower che ha in dote su Instagram. Nainggolan, dopo essersi reso conto che la notizia aveva fatto il giro della rete, ha affidato il suo pensiero sempre ai social network, non prima di aver cancellato i filmati che tanto hanno fatto discutere i tifosi nelle prime ore dell’anno.
Nel pomeriggio, quando il centrocampista era atteso a Trigoria per una sessione di allenamento, sui suoi social sono arrivate anche le scuse: “Ho esagerato. Non volevo dare un esempio negativo”.
La diretta Instagram ha avuto un’altissima risonanza su testate nazionali, internazionali e ovviamente sui social. La Roma comminerà una sanzione pecuniaria al giocatore come da regolamento interno allo spogliatoio. Quanto accaduto ha diviso i tifosi, tra chi ha condannato il comportamento come “poco professionale” e chi ha difeso il proprio idolo a spada tratta. Non potevano mancare, poi, gli irrinunciabili sfottò.
LE CONSEGUENZE - I social del belga non hanno risentito troppo dell'evento: Facebook e Twitter sono aumentati entrambi in un giorno di 300 follower, Instagram ha visto un incremento di 9.429 unità. Ma quanto può nuocere ad uno sportivo questo modo di approcciarsi ai social? Comportamenti di questo tipo sono nocivi per un personaggio pubblico, e nello specifico per un calciatore, anche da un punto di vista di brand image. Quanto accaduto coinvolge inoltre anche il suo club e potrebbe avere conseguenze sul campo qualora la Roma decidesse di farlo rimanere in panchina - se non di spedirlo in tribuna - nella gara con l’Atalanta, prima giornata del girone di ritorno di Serie A.
Il danno di immagine interessa anche la squadra, alla quale bisogna pensare come ad un marchio a cui è associata una gamma di prodotti, che sono appunto i giocatori. Questa attività mettono in discussione, quindi, i valori del giocatore in prima persona e del club a cui fa riferimento. I valori espressi verso i tifosi e appassionati di sport sono tra i motivi per cui gli sponsor investono, per creare un’immediata associazione tra il brand e il giocatore, il brand e la società, tra il brand, la società e i giocatori, infine il brand e il momento storico in cui accade un particolare episodio. Come Mars Italia, che di recente sui social ha promosso i propri contenuti con una campagna social che rievoca la sponsorizzazione sulla maglia degli anni ’80 del Napoli che richiama, inevitabilmente, forti emozioni ai tifosi partenopei che in quel periodo hanno goduto della vittoria di scudetto, coppa Italia e coppa Uefa. Un investimento su chi non è in grado di rappresentare i valori aspirazionali desiderati dall’azienda lo si può considerare a tutti gli effetti un autogol.
Massimo Tucci