[ESCLUSIVA] Marina Presello: "Il futuro del giornalismo? L'etica pagherà sempre"

Stiamo attraversando un momento storico in cui il mondo della Football Industry, e conseguentemente la sua comunicazione, in particolare quella giornalistica in senso stretto, sta vivendo cambiamenti rapidi e sicuramente molto impattanti.
Abbiamo affrontato la questione con Marina Presello, uno dei volti noti di Sky Sport.
Ciao Marina, grazie della disponibilità.
Da quanto tempo lavori nel mondo del calcio? Qual è il cambiamento che ha avuto il maggior impatto su questo settore?
“Lavoro nel calcio da più di 20 anni, ho visto tantissimi aspetti di questo settore cambiare radicalmente. L’avvento dei social ha modificato notevolmente tante dinamiche, nel rapporto con i protagonisti e ha reso molto più veloce la trasmissione delle notizie, imponendo una maggior attenzione nella verifica e nella diffusione delle news alle persone. La rapidità però non sempre aiuta perché questo processo richiede tempo”.
Quanto è importante oggi raccontare il lato umano degli atleti, dei calciatori in particolare?
“E’ fondamentale, perché avvicina le persone a questi ragazzi, che troppo spesso vengono giudicati come fossero dei robot, perché il pubblico fatica ad andare oltre quello che vede in campo. Bisogna considerare che c’è una vita al di fuori dei 90’ di gioco anche per loro. Oggi il calciatore è molto più restio nel raccontarsi, per via della strumentalizzazione delle dichiarazioni. Questo genera, comprensibilmente, una maggior protezione da parte degli uffici stampa, però poi l’effetto è la creazione di una maggior distanza nei confronti dei tifosi”.
Recentemente hai raccontato Ehizibue dell’Udinese, ponendo l’accento sull’uomo, prima che sull’atleta. Che impressione ti ha fatto?
“Mi è sembrato un ragazzo d’oro che aveva tanto da dire. Per chi, come nel suo caso, arriva da una cultura diversa, è più difficile adattarsi a un contesto sociale come il nostro, una famiglia friulana lo ha preso sotto la sua ala. Mi ha raccontato la centralità della fede e della preghiera nella sua vita e mi ha descritto la sua passione per il canto”.
Cosa pensi sia davvero fondamentale per il giornalismo oggi?
“Io credo fermamente che in un contesto come quello odierno, di sovraesposizione alle notizie, sia necessario ripartire dall'etica. La serietà e la professionalità pagano sempre, soprattutto in un momento in cui c’è poco tempo per metabolizzare il flusso informativo, che come cronisti, ci troviamo a dover mediare. Bisogna avere la sensibilità di capire che non è sempre necessario arrivare per primi".
Che rapporto hai con l’AI? Come credi impatterà sul giornalismo?
“E’ uno strumento nuovo, che un po’ mi inquieta, soprattutto se usato per i fini sbagliati. Non so che sviluppo possa avere e non sono a conoscenza di progetti di Sky, in merito all’AI. Nonostante i miei dubbi credo che se verrà utilizzata nel modo giusto, diventerà una risorsa”.
A novembre scorso hai presentato SFS24, che opinione hai dell’evento?
“Sono stata davvero bene, è un grande opportunità professionale, per fare network e creare contatti anche con altri mercati, che altrimenti sarebbero più difficili da approcciare. Questo consente di arrivare a una visione complessiva della football industry, sicuramente più ampia. Un altro aspetto del quale sono particolarmente felice è il grande rapporto umano, che si è sviluppato con l’organizzazione”.